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mercoledì 11 febbraio 2015

Il giorno più lungo e travagliato

Ed eccoci al primo giorno di vacanza…
La sveglia suona veramente presto, verso le 3… Sono un po’ in ansia per le partenze ed ho la paura di perdere il volo, e di conseguenza la vacanza, pertanto meglio perdere qualche decina di minuti di sonno. Prima di uscire controllo bene tutta la casa, se ho impostato tutto correttamente per la mia assenza (termostati, angolo gatto, porte, etc). Metto le ultime cose in valigia e nello zaino e parto. Mia sorella è già sveglia pure lei, ed in poco passo a recuperarla visto il deserto che c’è per le strade. Arriviamo in aeroporto con largo anticipo, lascio lei al T1 mentre io vado a lasciare l’auto al T2, ovviamente appena arrivo alla fermata della navetta vedo che è partita 5 minuti prima, e la prossima è dopo 25 minuti. Pazienza, arrivo presto anche per questi piccoli inconvenienti. Il terminal dorme ancora, la compagnia che ormai è padrona del vecchio terminal non ha voli notturni, pertanto girano solo pochi individui. Verso l’ora che prevede la partenza della navetta non si vede ancora nulla… Provo a mettermi sull’angolo e non vedo arrivare dal T1 alcun mezzo, ma vedo andare verso il T1 la navetta… Arrivava dal parcheggio, mi aspetto che torni indietro ma purtroppo procede verso il terminal 1… Panico, ha saltato la fermata e ripassa dopo mezz’ora, ci starei dentro ma con poco margine. Possibile che la mia vacanza si rovini a causa di un autista che non ha voglia di iniziare la corsa alla fermata giusta perdendo 2 minuti? Avessi iniziato ad andare a piedi sarei già quasi arrivato. Mi fossi messo una fermata più avanti l’avrei presa… Coi se e coi ma non si va da nessuna parte… Allora prendo ed inizio a farmela di corsa, augurando ogni bene all’autista. Dopo un 5 minuti scarsi vedo la navetta che mi passa ma nella direzione contraria, allora mi piazzo ad una fermata, un po’ ansimante sperando che ripassi in fretta. Non ce l’avrei fatta a mantenere il ritmo per tutta la strada, e non ce l’avrebbero fatta i vicini di sedile a reggere me… Dopo poco ripassa la navetta, ed arrivo al T1, nessuna coda al Check-in Swiss dove mostriamo carte d’imbarco digitali e passaporto. Le valigie vengono imbarcate senza problemi e ci dirigiamo ai controlli. Poca gente ancora, ma man mano che procediamo vediamo un aumento della lunghezza delle code, passati appena prima della ressa. Leggiamo il gate e ci rimane tempo per una colazione veloce. Ci rechiamo al gate poco prima che arrivino gli operatori, tanto per gustarci strani personaggi che si agitano per non so quale problema. Si comportano come se fossimo in ritardo, mentre siamo  in netto anticipo. La gente non è mai contenta… Salendo sul bus sentiamo l’aria frizzante di Malpensa per l’ultima volta, l’imbarco procede come sempre con la coda all’italiana, ma essendo un jumbolino si sale in fretta pur essendo ultimi. Una volta saliti, pronti e via. Siamo sopra le alpi in poco tempo, ed il volo è veramente breve. Arriviamo a Zurigo con un buon margine di anticipo, ed ancora non sappiamo il gate giusto. Dopo poco appare e passiamo il controllo passaporti. Dal gate si può già vedere il mezzo che ci porterà al caldo, ed inizia ad arrivare un po’ di gente. Dopo poco arrivano anche gli addetti che controllano se l’ESTA è a posto e dopo poche domande passiamo di nuovo sui divanetti con un foglio timbrato che attesta che possiamo entrare negli USA. Nel giro di poco inizia l’imbarco e siamo tra i primi dato che siamo nelle ultime file. A bordo mi presento al collega e dopo due chiacchiere torno al mio posto. Ormai si parte, era da tanto che non facevo una trasvolata del genere, e forse per questo mi passa ancora meno, nonostante il pasto, i film, le chiacchiere coi colleghi. Odio volare, non so che fare e mi annoio, e poi prendo il fuso a fatica… Fatto sta che si arriva, atterriamo spaccando il minuto. Mi aspettavo una ressa incredibile ai controlli dei passaporti ma passiamo in neanche 5 minuti. Sono piacevolmente sorpreso! Usciti su suolo americano grazie al WiFi avvisiamo a casa e poi ci dirigiamo a ritirare la nostra vettura.
E qui l’odissea ha inizio, non chiederò mai più un upgrade al bancone. Arrivati al bancone della Budget, veniamo serviti subito, ma forse avrei fatto meglio ad arrivare due minuti prima o dopo… Il nostro addetto ci accoglie e dopo i soliti saluti gli faccio presente che abbiamo una prenotazione con rentalcars, gli passo il foglio dove lui recupera il codice e qui cominciano i problemi. Dopo un po’ riesco a fargli capire che noi abbiamo prenotato una macchina con due autisti ed il pieno di carburante. Sembra afferrare, ci propone un upgrade con una cabrio, ce l’aspettavamo e chiediamo quanto ci costa. 130$, la differenza sul sito era sui 200€, ci eravamo dati come limite 150€ pertanto, nonostante il cambio pessimo, ci pare un buon prezzo. Ma prima di procedere voglio essere sicuro sul prezzo e gli chiedo conferma che sia per tutto il periodo, anche aiutandomi con i gesti dato che avevo capito che non era molto sveglio, e che fosse di madrelingua spagnola. Avendo anche provato mia sorella a parlargli in spagnolo e vedendo che questo risponde in inglese sono andato avanti io a parlargli in inglese. Questi conferma che la cifra è per il periodo. Cacchio, in giro per la Florida con una Mustang cabrio per 20 giorni a 130$ è un affare! Arriva il momento di firmare e qualcosa mi colpisce, una piccola parolina, o meglio cifra: circa 2.700$, chiedo spiegazioni prima di firmare, ed indovinate che mi dice? Per l’upgrade! I 130$ sono al giorno! Ed a quel punto parte l’embolo, faccio notare che avevo chiesto prima se era al giorno o per il periodo e lui mi avesse detto che era per il periodo. “allora non la volete?”, l’embolo è sempre più in alto… Gli dico ancora in maniera cortese di darci la macchina che abbiamo prenotato, niente upgrade. Prova a spararci 90$ al giorno ma gli diciamo che vogliamo la nostra macchina, siamo stanchi e non vogliamo altro. Non scherzo ma ci mette quasi un’ora a fare il downgrade della macchina, ad occhio lavorava li da due giorni. Alla fine arriva il momento di firmare le carte, finalmente, ma alla seconda pagina leggo che devo riportare l’auto col pieno. Ho pagato il pacchetto (non poco) per due guidatori ed un pieno di carburante e voglio quello! Gli faccio presente che gli ho fatto notare che all’inizio (purtroppo non poco prima) gli avevo già detto che avevamo il pacchetto. “Yes Yes, sorry sorry” e si rimette a battere sulla tastiera. Dopo più di 5 minuti sembra fatta. Prima pagina ok, seconda pagina no, ancora la stessa dicitura… Lo faccio notare ancora, un po’ spazientito, “sorry sorry” ancora e via che si rimette a digitare per più tempo. In realtà passava più tempo con whatsapp, però il tempo passa. Arriviamo ancora alla prima schermata, firmo, per la seconda indovinate? Ancora la stessa dicitura. A quel punto gli chiedo se mi sta prendendo in giro. Panicato chiama la manager, parlano tra di loro in spagnolo davanti al monitor, e dopo alcune prove lei mi dice che il sistema non permette di cambiare la dicitura, ma che a sistema è segnato che la posso portare col serbatoio vuoto. Potrei stare zitto e poi se mai avessi addebiti mi rivolgerei a rentalcars, ma non mi sta bene, ormai sono due ore che sto li. Gli chiedo di avere qualcosa di scritto, visto che sto firmando per un pieno-pieno e non pieno-vuoto. Mi dicono che mi firmano le copie una volta stampate. Alla fine ce la facciamo a stampare il tutto, e mi da la piazzola dove ritirare la macchina, ormai esausti ci rechiamo due piani sotto, chiedo per sicurezza al tizio se devo prendere la macchina senza dar nulla a lui, e mi dice che il controllo viene fatto prima dell’uscita. Le chiavi sono già inserite. Bene, non ci resta che cercare la macchina, non è difficile no? Invece si! Primo la piazzola è sotto AVIS e non Budget, secondo non c’è nessuna vettura. Ritorno dal tipo del garage e faccio notare che la piazzola è AVIS, “ma non è un problema” mi dice lui, “che la macchina non ci sia invece si” gli dico io. Prende in mano i fogli e lamentandosi, ad occhio dello sveglione di due piani sopra, ci assegna un’altra macchina. Arriviamo alla piazzola e vediamo una Ford Focus, mi pare più piccola della Dodge Avenger che ho chiesto. Faccio il giro, vedo i problemi e torno dal tipo che mi dice che i danni li annotano all’uscita e che le due auto sono della stessa categoria. Ormai stremato, dopo due ore e mezza, me ne vado ripromettendomi di controllare poi. Prima di uscire ci controllano documenti e danni e siamo sulle strade della Florida. Ormai oltre le 17 troviamo strade trafficate e riusciamo ad arrivare in hotel alle 18.05. Scarichiamo i bagagli, lascio il mio documento al tipo e dico che abbiamo una prenotazione. Sapete che mi dice? Che è stata cancellata alle 18! Chiedo spiegazioni e mi dice che mi è stata mandata una mail perché non passava la carta. La mattina. Gli faccio presente che quando loro mi hanno mandato la mail io ero in volo, e che non potevo controllarla fino a quel momento. Nel frattempo i migliori auguri partivano verso il tizio dell’autonoleggio. Mi dice anche che il sistema in automatico ha rimesso in vendita la camera e che è già stata acquistata su booking. Che fare? Oltre che ad imprecare, mi metto a cercare hotel per quelle due notti in zona tramite varie app. I prezzi sono abbastanza esorbitanti. Dopo una mezz’ora il tipo dice che ha una camera per noi, non so come, ma ce l’ha trovata. Probabilmente si rendono conto della cazzata e ce ne trovano una alla stessa cifra che avevamo. Ovviamente secondo piano senza ascensore, ma ormai che problema è? Ci facciamo una doccia, o meglio, ci proviamo. Pronto ad entrare in doccia dopo aver aperto la valigia, vedo che non ci sono asciugamani. Mia sorella vuole usare i nostri ma le faccio notare che questi ce li fanno pagare se non li trovano a fine soggiorno, e pure tanto. Va giù lei, torna e ridiamo. Il tizio della reception viene soprannominato “Pausamerda”, chi ha visto American Pie capirà, il tizio non c’è, ha lasciato il biglietto che è in pausa perché è in bagno e becca pure il corriere che le chiede se abita li e se è via da tanto il tizio. Dopo 20 minuti lo troviamo e ci facciamo la doccia, finalmente! La camera? Beh, ve la racconto poi questa. Decidiamo di muoverci a Miami Beach per cena, e per non andare a letto subito. Decidiamo di andare al Diner dell’undicesima strada, arriviamo senza problemi, parcheggiamo e paghiamo per un’ora. Il posto non è male, veniamo serviti in fretta e mangiamo con gusto. Due passi per le vie in zona ma ad una certa non ce la facciamo più. Torniamo all’hotel e crolliamo distrutti…

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