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lunedì 15 febbraio 2016

Spese Sostenute

Vediamo ora quanto mi sono costate queste tre settimane a zonzo per le Canarie...















  • Volo Aereo Milano Malpensa – Tenerife –  Milano Malpensa per 1 persona: 116€ con easyJet e 1 bagaglio in stiva
  •  Traghetti per lo spostamento tra le isole con autovettura: 253€ (tramite siti Naviera Armas e Fred Olsen)
  • Teleferico del Teide: 27€ 
  • Autonoleggio categoria compatta dal 21 Gennaio al 11 Febbraio (tramite RentalCars) 
    • Noleggio Auto: 306€
    • Benzina : 145€
  • Costo totale degli hotel per la durata della vacanza: 920€ (tramite booking.com)
  • Pasti vari: circa 500€ (dovrebbero essere compresi tutte le colazioni, pranzi, cene e spuntini))
  • Supermercati e lavanderie: 85€ 
  • Souvenir: 200€
 2.550€ (escludendo pochissime cose che non so ben quantificare)

giovedì 11 febbraio 2016

Ultimi giorni...

Per gli ultimi giorni a Puerto de la Cruz c’è ben poco da dire, dopo aver trovato a fatica un parcheggio vicino al nuovo hotel, ho trascinato tutte le mie cose in camera. Poi in maniera certosina ho pesato il bagaglio in stiva per evitare di passare i 20kg, sono costretto a lasciare alcune cose e a riempire lo zaino del bagaglio a mano. Sono veramente stanco dopo il girare senza tregua, alla fine sono quasi venti giorni… Evito gli orari più caldi e giro un po’ per la città, ed alla fine non c’è giorno dove cammino meno di 10km! Faccio gli ultimi acquisti di souvenir, più che altro per i famigliari, per me non ho trovato molto in questa vacanza.
La cena la faccio sempre nello stesso locale dato che mi sono trovato molto bene. Esploro di giorno e di sera la città che è invasa per via dei festeggiamenti carnevaleschi. Sulla spiaggia riesco anche a vedere degli atterraggi di ragazzi col parapendio.

Il giorno del rientro mi sveglio con tutta calma, faccio colazione e carico tutti i bagagli in auto e mi dirigo tranquillamente dall’altra parte dell’isola, dove abbandono l’auto che mi ha permesso di visitare il magico arcipelago di Tenerife. Il rientro in aereo avviene in anticipo e la temperatura che trovo è decisamente più fresca, per fortuna che ho avviato per tempo la mia stufa a legna! Ora ne avrò per un po’ nel sistemare le foto…

lunedì 8 febbraio 2016

El Teide

Ieri sera sono arrivato alle pendici del Teide dopo il viaggio in traghetto da La Palma, mi sono evitato per poco il bordello del carnevale, la nave che è attraccata mentre imbarcavo era una discoteca viaggiante. L’hotel dove sono arrivato è ottimo, personale molto gentile ed ho anche incontrato un italiano che è venuto qua in ferie parecchi anni fa e non è più rientrato. Organizza gite su Tenerife e La Gomera e mi da qualche dritta. Io arranco in camera e dopo aver mangiato nel ristorante dell’hotel crollo a letto. La sveglia suona prestino, ho preso il biglietto sul presto per la teleferica, e vi devo consigliare di fare la stessa cosa, nel giro di poco inizia a diventare davvero lunga la coda, prima per salire che poi per scendere. Arrivo sotto il Teide ed inizio a scarpinare. Dovrei passare la notte in un rifugio, chiedo indicazioni per andare a vedere dov'è questo posto. Scarpino un po’ e finalmente ci arrivo. Ovviamente è chiuso, apre “dal tramonto all'alba”, in realtà non sono proprio quelli gli orari ma rende l’idea. Torno indietro e risalgo, purtroppo il rifugio è parecchio giù rispetto al punto di arrivo della teleferica. Aspetto che arrivi l’ora dove posso addentrarmi sulla via per la bocca e risalgo. Sono parecchio in alto ed un po’ la carenza di ossigeno si sente, ma sento di più la stanchezza delle settimane di vacanza fatte senza un po’ di riposo. Faccio frequenti soste, ed ad un certo punto sento puzza di zolfo, sono arrivato! Sono praticamente in cima. Fa freddino, ma resto senza giacca per un attimo, poi per evitare di prendermi qualcosa mi copro. Spizzico un panino e mi ristoro. La vista da quassù è spettacolare, si vedono tutte le isole che ho visitato fino ad oggi, oltre ovviamente Gran Canaria. Dopo aver fatto due chiacchiere con una coppia anglo-tedesca scendo. Arrivato alla stazione  della teleferica faccio il punto: sono stanco, devo aspettare svariate ore perché apra il rifugio dove non posso nemmeno fare una doccia, il sole picchia come non mai (sono quasi a quattromila metri!). Decido di modificare il piano originale e scendo verso il basso rimettendoci i soldi del rifugio. Arrivato giù trovo il delirio, auto che girano in continuazione in cerca di un parcheggio ormai inesistente. Scrocco la connessione internet, che qui è molto veloce e cerco dove dormire a Puerto de la Cruz. Trovo un posto ad un prezzo accettabile ma senza parcheggio. Impostato il navigatore mi muovo ed abbandono il casino della teleferica, ed in poco più di un’oretta arrivo alla città, ormai un po’ la conosco, anche se non sono stato in macchina in quella zona. Fortunatamente dopo un po’ di tentativi trovo parcheggio vicino all’hotel e faccio e mi impossesso della stanza. Dopo una doccia mi metto in piscina a leggere un libro ed a riposarmi. Per sera mi muovo verso il centro vero e proprio che non avevo visto molto stando nell'altro hotel, ed essendo carnevale vedo che c’è molto casino. Ci sono molti posti dove mangiare e dopo una bella passeggiata decido di andare in un posto dove non ti tirano dentro. Il proprietario era a fare due chiacchiere con dei clienti tedeschi praticamente di casa. Mi fa accomodare e mangio davvero bene spendendo poco. Rientrando in hotel devio per vedere dov'è l’hotel dove devo andare la notte seguente e chiedo informazioni riguardo al parcheggio, che non è poi così comodo…

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domenica 7 febbraio 2016

GranTeCan!

Ed ecco la sveglia che suona presto, non ho dormito una mazza a causa del carnevale, hanno fatto un casino fino a poco fa… La sveglia suona presto perché ho la visita all’osservatorio su a Lor Roques de Los Muchachos, e la strada per arrivarci è lunga. Parto col buio, vedo il delirio lasciato sulle strade della città, ma in poco tempo supero il centro abitato ed inizio a salire. Inizia ad albeggiare e la strada è più percorribile dell’altra sera, quando ho guidato al buio. Arrivo per primo al punto d’incontro, e ad accogliermi ci sono degli enormi corvacci che cercano da mangiare. Poco dopo arriva la guida che ci apre i bagni, visto che per tutta la durata della visita non ci saranno possibilità di usufruirne. Iniziamo la visita con la spiegazione di come mai è stato scelto questo posto. Identica a Tenerife (in mezzo all'oceano, poco inquinamento, Mar de Nublas) ma con la differenza che qui studiano il cielo notturno per via della poca popolazione, mentre Tenerife ha inquinamento luminoso a causa del turismo e della maggiore popolazione. Ci spiega che il governo spagnolo detiene come minimo il 25% di ogni telescopio e pertanto può tenere per sé il 25% del tempo di osservazione di ogni struttura. Ci dice che di popolazione residente ci sono solo dei ricercatori, infatti hanno allestito delle strutture per loro. Normalmente i “locali” hanno casa in basso e pendolano. Per avere accesso ai telescopi bisogna sottoporre alla commissione il proprio progetto e deve essere approvato dal comitato dei complessi dei due osservatori delle Canarie. Poi ogni telescopio può essere utilizzato dai singoli proprietari ma mediamente tutto passa attraverso l’istituto che sa valutare al meglio i progetti. Poi ci fermiamo davanti ad un telescopio rivoluzionario, il MAGIC che serve a studiare i raggi gamma. Ha una forma alquanto particolare e potete vederlo in alcune mie foto. Per ultimo lascia il pezzo grosso, il GranTeCan ovvero il Grande Telescopio Canario, il più grande telescopio con 10,4 metri di diametro di specchio. L’altra sera ala tramonto ho avuto la fortuna di vederlo aperto di giorno, essendo al tramonto lo hanno aperto poco prima in direzione opposta al sole. La struttura è davvero enorme vista da sotto. Entriamo e ci danno dei caschetti prima di arrivare nel cuore della struttura. La temperatura è fredda, viene tenuto alla stessa temperatura presente all'esterno la notte, perciò parliamo di 3 gradi, siamo in un immenso frigo. La questione della temperatura è dovuta al dover eliminare ogni fonte di turbolenza, ed una differenza di temperatura tra interno ed esterno è fonte di turbolenza e rovinerebbe le immagini. Viene anche tenuto ad una decina di metri dal suolo per lo stesso motivo. Gli specchi sono 3, anche se in realtà il grande specchio è formato da una serie dio 36 specchi a nido d’ape. Arriviamo che la sua “nottata” lavorativa è appena terminata, pertanto è ancora posizionato in direzione dell’ultima osservazione. Assistiamo alla rotazione della cupola ed a quelle dello specchio. Viene portato perpendicolare al terreno per far si che i tecnici lo possano ispezionare e ed eventualmente pulire. La pulizia viene fatta con un getto di azoto liquido che cattura la polvere, la fa cadere ma non intacca la superficie degli specchi e non lascia residui. Ci spiega che in realtà hanno più telescopi in uno, nel senso che ha alloggiamenti per più “ricevitori”, il fascio li luce può essere indirizzato ad esempio al ricevitore che analizza lo spettro visibile, quello infrarosso ed ha alloggiamenti per sviluppi futuri. Se non ricordo male il ricevitore di infrarosso è stato sviluppato dall'università della Florida, che detiene anche il 5% della struttura, insieme all'università del Messico mentre il restante 90% è spagnolo. Visitiamo, a distanza, anche il centro di controllo, dove ci sono molte postazioni PC. Ci spiega anche che i telescopi hanno delle limitazioni in base ad umidità e velocità del vento, sia per le osservazioni che per la struttura stessa. Se il vento o l’umidità superano certi valori la cupola viene chiusa. Ci spiega anche che il tipo di ricerca / osservazione fatta qua si occupa prevalentemente di oggetti molto distanti da noi, cosmologicamente parlando, come altre galassie . Uscendo scopro anche che Brian May è un astrofisico, pare che abbia iniziato a suonare insieme ai Queen per tirare su qualche soldo e pagarsi gli studi. Lo noto in una foto fatta in una conferenza in occasione del 50° anniversario del primo uomo nello spazio, svoltasi proprio qua. Vi erano presenti grandi personalità come Neil Armstrong. Rientrando mi soffermo a fare delle foto ed ad ammirare i gemelli MAGIC, veramente impressionanti. Sulla via verso la capitale faccio un paio di foto al mare di nuvole sotto di me, ma è giunto il momento di rientrare a Tenerife…

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sabato 6 febbraio 2016

Nuove terre

Ieri nord, ed oggi sud… Vado subito diretto verso la punta più a sud dell’isola, la prima cosa che voglio vedere è il vulcano di San Antonio, che provocò l’ultima eruzione dell’isola nel non lontano 1971. Non è stato troppo difficile arrivare, pago l’ingresso e posso entrare nel visitors center e scoprire un po’ della storia passata del vulcano. Ci sono una marea di informazioni, se volete approfondire c’è google, non me la sento di fare Piero Angela. Trovate anche bellissimi filmati dell’eruzione. Mi reco sul vulcano vero e proprio e vedo che è meno brullo di quello che pensavo, nascono anche dei pinetti al suo interno. È anche possibile ammirare la terra “creata” dalla colata, si vede il colore diverso della roccia. In realtà la colata è stata fatyta da due bocche: una è San Antonio e l’altra dal Vulcano Teneguia visitabile con una camminata di un’ora e mezza. Il panorama è bellissimo, ma voglio scendere a vedere le saline, piuttosto famose qui. Scendo fino al mare per trovarmi nell'estrema punta sud dell’isola. Qui è possibile visitare queste saline dove ancora oggi viene fatto tutto a mano. Non ero mai stato così vicino ad una salina, ed è impressionante vedere i colori. Da lontano il bianco del sale si staglia sulla roccia scura, roccia vulcanica dell’ultima colata. La cosa è abbastanza semplice: si prende l’acqua dell’oceano, la si mette nelle prime vasche e si fa evaporare, ad un certo punto si aprono i canali e si fa scorrere l’acqua alla vasca successiva per alcune volte fino a che tutta l’acqua non evapora. Tutte le operazioni vengono fatte a mano, dall'aprire i condotti alla raccolta. Nelle prime vasche si nota una specie di alga giallo/verde mentre in quelle di mezzo si vede dell’acqua rosa, dovuta ad una particolare microalga che riesce a sopravvivere in un ambiente tanto ostile. A causa del meteo la salina lavora per sei mesi circa, quando cioè non ci sono le piogge direte voi, no il fattore predominante per l’evaporazione è il vento, attendono la stagione dei venti per la produzione.

Dopo il giro mi reco nello shop ed ovviamente acquisto un po’ di sale, siano normale che aromatizzato, poi vista l’ora decido di fermarmi al ristorante, un po’ troppo fighettino ma chissene! Mangio veramente bene ed ho modo di assaggiare i vari tipi di sale. Mi avvio al rientro attraverso il versante est, sempre con bellissimi panorami. Decido di non tornare tardi in quanto appena prima del tramonto ho l’appuntamento nella capitale per procedere nel vedere le stelle con la guida! Arrivato con calma a casa mi preparo, sto quasi per partire che vengo chiamato: “gita cancellata, troppe nuvole alte”. Ci rimango un po’ male, ci tenevo! Giù in città intanto c’è il delirio, è carnevale e qui c’è l’usanza di lanciarsi il borotalco. Man mano che fa buio sento il casino aumentare. Vado a mangiare una pizza decente, tenendomi alla larga dalle bande armate di borotalco. Praticamente ho la gente che mi ha quasi parcheggiato in casa, c’è un delirio in città e tutte le strade sono chiuse. Meglio fare due passi.

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venerdì 5 febbraio 2016

El Norte de La Palma

Oggi il piano di battaglia è bello corposo, la parte nord dell’isola. Riparto verso la capitale e noto che il viaggio è decisamente più corto rispetto al senso inverso. Il tempo è nuvoloso, ma ormai ho imparato a capire come funziona. Poco a nord della capitale c’è il sole infatti, mi soffermo varie volte ad ammirare il panorama fino a San Andrés, un piccolo centro molto caratteristico. Pochissime strade strette e ripide. Per fortuna lascio la macchina sulla via principale e mi avventuro a piedi. Si gira in poco e proseguo verso il vicino centro di Los Sauces famoso per il Charco Azul, delle piscine naturali dove è possibile fare il bagno. Non c’è molta gente, c’è il sole ma è leggermente velato, ed il vento fresco soffia da nord.
E dopo il mare c’è la montagna, sono veramente vicino a Los Toles, una zona ricoperta da una foresta lussureggiante grazie alla famosa pioggia orizzontale. Ci sarebbero ottimi percorsi da fare ma il tempo è tiranno e non posso fermarmi molto, vorrà dire che dovrò passare un’altra vacanza da queste parti!
Proseguendo devo tornare al mare, precisamente alle Piscinas de la Fajana, dove ne approfitto per un po’ di relax con una bibita mentre ammiro il mare che si abbatte furioso sulle rocce. La strada è sempre tortuosa mentre procedo nel mio giro antiorario nel nord, e la prossima meta consigliata è La Zarza, un percorso culturale che ti fa scoprire le rocce lavorate con delle figure geometriche particolari da parte dai nativi. Purtroppo devo correre perché arrivo poco prima che chiuda e non voglio perdermelo dopo tutta la strada fatta. Il tempo è brutto, sono quasi avvolto dalle nebbie e ciò ricopre la zona di un’aura mistica. Nel correre da un punto all'altro inciampo su di un topone, o comunque un roditore di medie dimensioni, purtroppo non sono riuscito a vederlo bene, solo a schivarlo per un pelo e l’importante è non avergli fatto alcun male. La prossima meta è Los Roques de Los Muchachos al tramonto. Arrivo un po’ prima ed il parcheggio è praticamente vuoto. Il punto di osservazione è all'interno dell’osservatorio astronomico omonimo ed ha un orario di chiusura. Riesco ad ammirare il panorama sottostante, e la cosa che mi colpisce è la coltre di nubi che cade nella Cladera de Taburiente, è impressionante, sembra proprio di guardare una cascata.

Il rientro alla base è lungo, ed al buio su strade nuove e tortuose non è il massimo. Ma con pazienza ed un po’ di stanchezza arrivo e prima di rientrare decido di mangiare un boccone in un ristorante un po’ strano. Il menù è un po’ strano e opto per della carne che mi arriva insieme a della pasta, mangio solo carne con contorno visto che è molto abbondante e sulle prime lo chef si incazza perché ho lasciato la pasta, poi sentito che sono italiano inizia a rompere che noi italiani ci lamentiamo sempre della pasta fatta all'estero e quando gli spiego che ero convinto di aver ordinato solo uno stufato con relativo contorno e che questi mi hanno riempito si calma e mi dice che potevo ordinare solo la carne, a saperlo che c’era nel piatto! Sono andato un po’ ad intuito. Che gente…

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giovedì 4 febbraio 2016

Partenza in quarta a La Palma

Mi risveglio nella capitale de La palma, Santa Cruz de la Palma. Noto di aver fatto la scelta giusta nel prendere un hotel qui per una notte: i parcheggi sono impossibili da trovare ora, è la prima volta che vedo dei parcheggi a pagamento in questa vacanza. C’è davvero molto traffico! Dopo aver lasciato la camera e caricato tutto in macchina mi dedico a passare la mattinata nell’andare a zonzo per la capitale. Un po’ seguo la guida ed un po’ mi lascio guidare dall’istinto. Trovo in centro un punto informativo per i turisti, e qui ottengo un po’ di dritte per girare l’isola. Prenoto per due giorni dopo un’escursione per ammirare le stelle e per il giorno della partenza  la visita all'osservatorio astronomico.
Giro la città, che a quanto pare è gemellata con Cuba. Si vedono un mucchio di bandiere cubane, ma da quanto ho capito le Canarie sono molto legate al Centro e Sud America, pare che in passato ci sia stata una forte migrazione verso quelle terre e poi c’è stata l’ondata di rientro una volta fatta fortuna, ed ovviamente hanno lasciato alle spalle le famiglie.
Come in tutte le isole ci sono più chiese che case, non puoi fare che pochi passi senza vederne una! Faccio il giro per tutto il centro, e vedo anche i famosi balconi, sono veramente variopinti e ben tenuti. Devo dire che mi colpisce la città, ma non impazzisco, per la prima volta nella vacanza trovo il casino, ed io non amo la ressa… Sarà anche colpa dell’imminente festa di carnevale. Prima di dirigermi verso il prossimo soggiorno mi dirigo sopra la capitale, dove c’è la chiesa di Nuestra Señora de las Nieves visto che secondo la guida c’è una bella visita della città. Noto che anche qua la pioggia orizzontale è di casa, sotto sole e sopra nuvole!

Mi avvio verso il prossimo soggiorno, in modo tale da scaricare la macchina. Il navigatore mi fa impazzire, la TomTom non ha aggiornato per niente le strade di queste isole e spesso mi manda in strade senza uscita. Ma alla fine arrivo dove devo arrivare, l’ultimo pezzo è veramente impervio e stretto! Per fortuna non trovo altre macchine, due non passano sicuramente, già una fa fatica! Mi rilasso un po’, inizio a sentire un po’ di affaticamento.  Decido dopo una doccia veloce, pure qui c’è un boiler, di andare a Puerto Naos, località turistica sul mare non troppo distante. Arrivo non molto prima del tramonto che oggi è bellissimo. Dopo una birra ed una passeggiata decido di mangiare del buon pesce. La passeggiata è molto carina, hanno messo delle placche per terra per indicare i vari pianeti e sono messe a distanza proporzionale. È impressionante vedere quanto siano vicini i primi pianeti rispetto agli ultimi! Quest’isola è soprannominata “stellare” e sfrutta questa nomea per valorizzare il posto e attirare turisti. Purtroppo il cielo non è limpido e non si può osservare bene il cielo stasera…

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mercoledì 3 febbraio 2016

Ultimo giorno a La Gomera

Mi sveglio con calma per l’ultima volta in questa vacanza su quest’isola. Faccio una bella colazione sul terrazzino e mi godo quest’inizio di giornata. Decido di andare a visitare il museo sempre di proprietà dell’hotel. È un vecchio mulino di gofio risistemato per il pubblico. Il gofio non è altro che un alimento ottenuto macinando vari cereali, ed è originario delle Canarie. Personalmente non mi fa impazzire. Per caso entro mentre c’è uno dei tantissimi autobus e solo all'uscita mi accorgo che avrei dovuto pagare l’ingresso! Pazienza, con tutto quello che ho comprato allo shop mi sa che hanno fatto un affare loro! Ammiro ancora la vallata mentre passeggio fino al parchetto infestato da papere. Quando vado via, dopo il mezzogiorno vedo che iniziano ad arrivare le nubi. Arrivato a San Sebastian decido di concedermi un buon pranzo, ed ancora una volta TripAdvisor non mi delude. Dopo il pranzo mi reco a vedere la casa dove alloggiò Cristoforo Colombo visto che oggi è aperta. Vedo anche il mercato che è però un po’ triste, ci sono più o meno un quarto degli espositori previsti, su queste piccole isole si è sentito molto l’avvento della crisi, soprattutto con l’abbandono da parte dei giovani. Vado a zonzo per la capitale e oggi riesco pure a vedere la torre che era inaccessibile l’altro giorno. Molto bella anche se piccolina. Il parco dove sorge è tranquillo oggi e mi posso rilassare un po’ in attesa dell’arrivo del mio passaggio per La Palma.

Il traghetto arriva puntuale e sbarco sulla nuova isola sul tardi. Per fortuna devo fare pochi chilometri per raggiungere l’hotel che è proprio sul lungomare. Con un po’ di fortuna trovo parcheggio vicino e porto poche cose in camera visto che qui farò solo una notte.

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martedì 2 febbraio 2016

Giornata di decompressione

La giornata di oggi è molto tranquilla, inizio a risentirne di questa vacanza senza soste. In teoria dovevo riposarmi, in realtà mi sto rilassando ma sto anche facendo un mucchio di chilometri (a piedi ed in macchina). Carico la macchina e mi dirigo alla strada fatta l’altro giorno in mezzo alla nebbia, solo che oggi di nebbia non ce n’è e mi fermo ad ammirare il panorama in tutti i miradores. Arrivo al centro dei visitatori del parco, il principale. Qui spiegano bene praticamente tutto del parco, a partire dal nome, alla conformazione, all'incendio, alle case ed alla popolazione residente. Una sosta davvero interessante e stimolante. Di qui poi proseguo ad Hermigua, il posto dove passo la mia ultima notte. L’hotel è davvero carino, tutta un’altra cosa rispetto a quello delle notti passate. L’affaccio sulla valle dalla stanza è davvero magico. Per il pomeriggio decido di fare una passeggiata fino al mare per vedere Tenerife dalla spiaggia. Lungo la strada mi fermo in un baretto per fare uno spuntino, e qui sento per la prima volta qualcuno che usa il Silbo Gomero, ovviamente il proprietario! Dopo una buona birretta e delle tapas arrivo al mare, il tempo sta cambiando, dalle montagne alle mie spalle vedo le nuvole scendere piano piano. Sulla via del ritorno mi fermo per guardare dei giovani pastori che tentano di prendere delle pecore che sono davvero sfuggenti! Un po’ di relax dal terrazzino e poi mi dirigo a cenare nel ristorante convenzionato, in teoria dovevo cenare nell'hotel ma stanno facendo dei lavori e non possono fornire questo servizio. Il posto è carino ed i dipendenti davvero cortesi. Alla fine crollo per la stanchezza, oggi ho camminato davvero tanto!

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lunedì 1 febbraio 2016

Via le nubi!

Al risveglio finalmente si vede il cielo, fa freschino ma è sereno. Decido, dopo una buona colazione, di procedere verso la cima dell’isola, Alto de Garajonay. L’avevo intravisto nella giornata precedente, ma oggi è completamente libera l’isola. Senza problemi arrivo in cima con varie soste lungo la via per fare foto ma soprattutto per ammirare il paesaggio sotto di me. È davvero magnifica la visita e l’escursione merita. Finita questa escursione mi reco nuovamente al centro dove ho reperito le cartine e da qua inizio un altro percorso che mi porta in mezzo alla foresta per poco più di un’oretta. I sentieri sono indicati davvero bene e tenuti in maniera professionale. Purtroppo in questa passeggiata posso vedere davvero bene le cicatrici lasciate dal grande incendio dell’estate del 2012. Ha fatto serissimi danni al parco, ma ora si sta riprendendo anche grazie agli interventi del governo e soprattutto grazie alla popolazione. Nelle zone non colpite si vede molto bene l’effetto della pioggia orizzontale, vale a dire piante sovrastate da muschi. Il giro è davvero magico, aiutato anche dal fatto che qui incontro pochissima gente, al contrario del giro sulla vetta. Rientrato al centro mangio al ristorante del centro, dove non mi trovo affatto male. Riparto con la macchina e mi concentro sui panorami dove nei giorni precedenti non potevo vedere nulla per via della nebbia. È un’isola davvero bella, anche se un po’ più incasinata di El Hierro. Rientro per il tramonto alla pensione e mi rilasso con un bel libro all'esterno della mia stanza. E dopo una veloce doccia decido di andare a mangiare un po’ di pesce a Valle del Rey. Ne approfitto per farmi due passi lungo il mare con una bellissima temperatura. Giunge l’ora di andare a passare l’ultima notte in questa pensione…
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