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sabato 28 febbraio 2015

Dry Tortugas

La sveglia oggi suona davvero presto. Per le 7 dobbiamo essere assolutamente al molo di Key West ed abbiamo davanti un’ora e passa di macchina. Partiamo che è ancora buio, mentre facciamo la strada inizia a rischiararsi e vediamo l’alba a Key West. Per fortuna non c’è traffico. Arrivati al parcheggio notiamo subito una stranezza dell’isola: sentiamo un gallo cantare nel parcheggio ma non lo troviamo, alla fine lo vediamo in cima ad una pianta, mentre ci dirigiamo verso il terminal vediamo altri polli che vagano tranquillamente per le strade. Una roba strana!
Arriviamo in anticipo, ci registriamo, ed attendiamo. Poi arrivano prima un ranger che ci spiega dove andremo e poi un marinaio che ci dice che le condizioni del mare non sono tranquille e ci da dei consigli per evitare di star male, come non mangiare come maiali, stare sul ponte inferiore, non chiudersi in bagno, non vomitare controvento, ed altro. Vendono poi anche pastiglie contro il mal di mare.
Ci si imbarca, si salpa ed in poco tempo ci troviamo fuori dal porto, lasciandoci alle spalle navi da crociera e da guerra. All'inizio il viaggio è tranquillo, riesco a stare tranquillamente sul retro del ponte superiore a fare foto. Pian piano ci si allontana e si vedono anche alcune tartarughe. Poi ci annunciano che entreremo nella zona più inquieta e qui iniziano le danze. Chi aveva mangiato come un tirannosauro inizia a sentirsi poco bene. Mentre torno dal ponte inferiore dove ho cercato di iscrivermi alla visita guidata del forte, scopro che ho rischiato di beccarmi una vomitata di un orientale, uno di quelli che si erano mangiati di tutto e di più. I mozzi son li che puliscono, ed immagino le imprecazioni che stanno mugugnando. Entriamo subito in un banco di nebbia, e da qui si vede ben poco purtroppo. Penso che sia temporaneo, ma quando sento che rallentano e dicono che stiamo entrando nel Parco Nazionale delle Dry Tortugas inizio a temere. Purtroppo l’arrivo è ammantato dalla nebbia, solo alla fine si vede un po’ del forte. Girano le balle, abbiamo speso un botto ed ora non si vede molto. Si vede che è una giornata di sole, ma la nebbia non molla, si vede proprio la nuvola dove siamo immersi.
Ci facciamo un giro del forte, un giro all'esterno e devo dire che anche in queste condizioni di scarsa visibilità si nota che è bellissimo. Dei colori da far sognare. Ormai sono qua e faccio un po’ di foto, che dovrei fare? Andiamo a pranzare all'inizio, il meteo è stabilmente nebbioso. Facciamo altri giri, e poi io mi aggrego al secondo giro della visita guidata al forte. Dovrebbe durare un’ora e mezza, e vedendo meno delle 25 persone massime previste mi imbuco facendo finta di nulla. La guida è simpaticissima, non capisco tutte le battute, ma per la maggiore si. Ci spiega il motivo del nome dell’area, il perché è stato fatto un forte così grosso, pare il più grosso dei tempi, proprio li in mezzo al nulla, i problemi di progettazione e di gestione che ebbero, un prigioniero famoso che hanno avuto. Magari poi aggiungerò un capitolo per riassumere ciò che ci ha illustrato. Verso la fine del giro ci porta in cima, e ricordo che mentre ci spiega la gittata di un cannone posizionato sulla sommità ci dice: “questo poteva lanciare dei proiettili di tale peso fino a quell'isola”, io stavo fotografando il cannone e mi blocco. Ha parlato di isola ma non sta indicando quella collegata da una lingua di terra a questa, quella dove stanno nidificando gli uccelli. Alzo gli occhi dalla macchina fotografica e mi accorgo che in meno di un minuto la nebbia è svanita. Vedo quell'isola! Vedo quest’isola col sole! I colori mi prendono il cuore. Attendo 5 minuti che finisca la gita e corro giù, la nave salpa tra meno di un’ora! Rifaccio tutto il giro prima godendomi il paesaggio ed i magnifici colori e poi immortalandoli con la mia reflex. Sembra di essere in un altro posto col sole che valorizza il tutto.
Alla fine iniziano a chiamare, e devo rientrare. Ultime foto anche dal ponte di comando e si salpa. Fatico a trovare il mio spazio per fare delle foto durante la partenza ed i primi minuti. L’isola è bella anche da lontano, il forte è maestoso! Faccio un po’ di foto alla nostra imbarcazione e poi mi godo il viaggio che ci porterà a Key West.


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venerdì 27 febbraio 2015

Le Keys, finalmente!

Ed eccoci qua, verso il termine della vacanza. Ci si sveglia, si fa il pieno alla macchina e si va. Direzione isola di Marathon. Siamo un po’ stanchi, la vacanza è un massacro, e ce la prendiamo con calma. C’è parecchio traffico, e ci fermiamo dove ci ispira e dove ci consiglia la cara Lonely Planet. Una piccola sosta al Robbie’s Marina, un molo dove alle spalle trovi una marea di negozietti. Un po’ caro devo dire, ti fanno pagare anche se vuoi andare a vedere i pellicani sul pontile. Ci accontentiamo di vederli da qualche metro, pare proprio una trappola per turisti.
Prima di andare al molo, abbiamo fatto una tappa ad Anne’s Beach. Piccolo parcheggio, ma fortunatamente troviamo un posto. Seguiamo il percorso e troviamo davvero degli scorci molto belli, unico inconveniente è il sole che non è molto presente. In realtà è prevista anche pioggia. Dopo aver girovagato un po’ lasciamo il nostro posto auto ad altri visitatori. Facendo un po’ di miglia arriviamo a Marathon, ma è ancora un po’ presto per andare a prendere possesso dell’hotel. Sempre grazie alla guida scopro che in fondo all'isola c’è il Seven Miles Bridge! Ci fiondiamo subito li e ci facciamo una passeggiata, ma non di sette miglia! Ammiriamo dei bellissimi volatili, passaggi di barche e pescatori che danno da mangiare ai pellicani, che sembrano più avvoltoi! Scattate tante foto, e fatti parecchi passi ci rifocilliamo un po’ e poi andiamo a prendere la nostra stanza. Ci riposiamo un po’, il caldo è tanto. Alla fine decidiamo di andare un po’ alla spiaggia più famosa di quest’isola, ovvero Sombrero Beach. Non abbiamo troppe difficoltà a trovare parcheggio. Decidiamo di rilassarci un po’ dato che l’indomani prevede una sveglia molto presto per la gita che abbiamo prenotato prima della nostra partenza dall'Italia. Dopo esserci cotti un po’ al sole, aver fatto un bel bagno rinfrescante, ci facciamo una bella doccia ed andiamo a cenare in un posticino carino, consigliato da TA. Arriviamo al posto, bellissimo. Purtroppo arriviamo che è già buio, e tira un’aria dell’accidente! Ma immaginarmelo in un periodo estivo con il tramonto dalla terrazza dove si mangia… Goduria assoluta! Mangiamo davvero bene, e ci fanno pure lo sconto perché sono in ritardo con una portata. Personale gentilissimo e posto caratteristico! 

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giovedì 26 febbraio 2015

Everglades, again...

Ed oggi lasciamo Fort Lauderdale. Dopo una veloce colazione da Starbucks saltiamo in macchina e ci dirigiamo verso Miami, La destinazione non è la città, ma la Cheesecake Factory in un mall appena fuori. Arriviamo per il mezzogiorno, e decidiamo di pranzare con una bella fetta di cheesecake, mia sorella prende quella classica, mentre io prendo quella agli Oreo. Sono convinto di prendere una versione di quella normale con il fondo fatto con i famosi biscotti che fanno da fondo. Errore, è una fettazza di torta enorme con gli Oreo ed il cioccolato ovunque. Inutile dire che non riesco a finirla, arrivo solo oltre la metà e poi mi arrendo. Rotolando ci dirigiamo alla macchina ed andiamo a vedere le Everglades del sud. Il punto di arrivo è Flamingo Visitors Center. Il tragitto non è corto, ma alla fine arriviamo, purtroppo dobbiamo ripagare i 10$ perché dal primo accesso è passata più di una settimana. Lo spettacolo è bello, da qui si iniziano a vedere le Keys, i colori cambiano. Chiedo ad un Ranger se è possibile vedere i Flamingos, o Fenicotteri Rosa in italiano. Purtroppo siamo in ritardo di due o tre mesi.
Un po’ di giri in giro e foto e riprendiamo la macchina per avviarci verso l’hotel. Lungo la strada ci fermiamo qualche volta. In una di queste soste visitiamo il Mahogany Hammock Trail, che permette di visitare una foresta nel mezzo della palude. Carino e rinfrescante. Qui è possibile fare un tour.
La sosta più bella è però quasi alla fine del parco, Il Royal Palm Visitor Center. Arriviamo che è quasi al tramonto, iniziamo a fare il piccolo percorso che inizia da questo punto, e per la prima volta vediamo sti cacchio di gators che si muovono un po’. Sono veramente attivi, faccio un po’ di foto ed anche dei video. Ci rimaniamo un po’, è pieno di gente che ci dice di andare da una parte o da un’altra. Ma dev'essere l’ora magica. Vediamo una gran quantità di alligatori che nuotano, un bel po' di uccellacci, ai quali passiamo molto vicini senza che si scompongano molto. Anche qui potete fare un tour virtuale. Dopo un’oretta ci dirigiamo al nostro hotel, un po’ stanchi. Siamo ad Homestead, alle porte delle Keys, ed oggi ci tocca la lavatrice. Purtroppo devo chiedere un cambio di camera per la puzza di fumo, la seconda va bene. Poi vado a chiedere un cambio monete per la lavatrice, ma non hanno il detersivo. Allora mi indirizzano ad un negozietto dall’altra parte delle 4 corsie. Preso il tutto torniamo e mi accorgo che il nostro hotel è anche un locale di spogliarelli! Che ridere!
Dopo aver lavato tutto decidiamo di andare a mangiare in un localino ad un chilometro, è un hotel ristorante a gestione famigliare, scelgo una caesar salad con bistecca e devo dire che è davvero buona! Stasera decido di bere una birra dato che non devo guidare e nella scelta vengo aiutato da un ospite del bar su richiesta della proprietaria. Davvero gente gentile.


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mercoledì 25 febbraio 2015

Fort Lauderdale

Che abbiamo fatto a Fort Lauderdale due giorni? Beh, un po’ siamo rimasti in spiaggia, ma io non sono amante della spiaggia e del caldo, ed il cambio di temperatura repentino non mi ha fatto molto piacere.
Abbiamo imparato a muoverci coi trolley che sono quasi gratuiti per non spendere un capitale di parcheggio, in zona spiaggia sono davvero cari. La gita che abbiamo fatto con la Jungle Queen è stata davvero bella, ci ha permesso di passare lungo i canali per vedere le ville che ci sono. Qui davvero c’è la gente coi soldi, ma quelli grossi. Siamo passati anche accanto al nostro alloggio, lungo il canale che avevamo visto la prima sera. Ci fanno notare che questi viaggiano su bestie più grosse di casa mia, e vanno in hotel lasciando ormeggiato lo yatch fuori. Stanno male. Passiamo anche vicino al Downtowner, il ristorante della prima sera, e scopriamo che con il loro biglietto ci fanno lo sconto. A saperlo prima…
Vediamo tante di quelle ville da perdere la testa, incrociamo anche una grossa nave di ricerca, per non parlare di yatch enormi. Alla fine arriviamo al rimessaggio, dove portano a risistemare le imbarcazioni, in questo momento c’è anche quella di Steven Spielberg, ma non è visibile in quanto sta facendo un processo dove viene avvolta tutta, come le valigie in aeroporto! I costi di questi lavori sono esorbitanti, il battello sul quale viaggiamo deve pagare oltre il mezzo milione di dollari all’anno per fare il trattamento, e non è l’imbarcazione più grossa e soprattutto di lusso. Alla fine ci lasciano in un loro zoo, dove c’è uno che fa lo spettacolo con gli alligatori. Ci dice che è pericoloso (ne avevamo il sentore), non viene pagato visto che è vietato pagare gente per fare questo e non può essere assicurato, furbo come una faina! Nel rientro ci rilassiamo la crociera senza commento, se non alla fine dove ci fa vedere alcuni villoni in vendita, prezzi modici ovviamente!
Si cazzeggia un po’, poco shopping e si mangia. Un pranzo lo abbiamo fatto al Bubba Gump di Orlando, e le due cene un diner lungo la strada, con un cameriere che parlava poco o niente, ed appena entrava nel locale ballava, l’altra cena a due passi dal nostro alloggio dove erano specializzati in costine. Mamma che buone! E queste non erano inzuppate nella salsa dolce come quella di Tampa!


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lunedì 23 febbraio 2015

Un bel teporino fin dal mattino!

Ed al risveglio notiamo una temperatura alla quale non siamo abituati, fa caldo! Tappe di oggi sono Palm Beach e la costa verso Fort Lauderdale. Ricerchiamo il centro informazioni per i turisti e ci mettiamo in moto, in città c’è parecchio traffico, e finalmente vediamo un mucchio di cabrio che possono finalmente viaggiare come si dovrebbe in florida, con la capote abbassata. Facciamo un po’ di fatica a trovare il posto, è un po’ imboscato. Parlo col tipo che ci da alcune dritte per fare shopping. A noi non ci frega molto fare shopping. Qui è di lusso pure il parchimetro! Col cambio che abbiamo, non è il caso di addentrarci in negozi Prada e Gucci. Decidiamo di fare un bel giro sulla via che costeggia la spiaggia, e ci vediamo un mucchio di ville veramente costose. Ci facciamo un bel pezzo, poi decidiamo di fare uno stop in spiaggia, ma dobbiamo andare a sud per trovare qualcosa dove possiamo lasciare la macchina senza che ci portino via un rene! Alla fine scegliamo Boca Raton, un po’ per il nome, lo ammetto. Qui troviamo un parcheggio gratuito per 4 ore, perfetto per noi. Passiamo le ore in spiaggia, dove c’è un bel po’ di gente. Non è bellissima, ma pazienza. Andando via rimaniamo un po’ sconvolti nel vedere che la macchina parcheggiata dietro di noi, un bel macchinone, non una smart, è portata da una ragazzino che sembra avere 14 anni! Vabbè.
Ad arrivare all’Airbnb ci mettiamo più del previsto, c’è un po’ di traffico. Arriviamo e seguendo le indicazioni ricevute per email dal padrone di casa, entriamo nella nostra stanza. Minchia se è piccola! Abbiamo speso poco, ma abbiamo davvero poco. Non ci sono nemmeno porte per il bagno, solo una tenda! Incontriamo il padrone di casa che ci indica dove spostare la macchina e com
e accedere al wi-fi. Cerchiamo dove mangiare e la scelta cade su un bel locale lungo un canale, dove assaggiamo per la prima volta la Key Lime Pie. Per rientrare costeggiamo il canale, dove vediamo delle barche che sono una cosa di veramente mastodontica. Arriviamo in camera e dormiamo sui nostri letti, non proprio comodissimi. Il mio ha delle molle che saltano come pochi, e fanno pure casino!


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domenica 22 febbraio 2015

Finalmente il KSC

Ed eccoci finalmente alla giornata della vacanza: la visita al Kennedy Space Center! Diciamo che è stata la meta che più mi ha attirato per visitare la Florida.
Dopo la notte fumosa, ci svegliamo. Essendo entrambi non fumatori siamo infastiditi dall'odore, al mattino mi sento la puzza di fumo addosso, come la puzza di fritto quando vai da McDonald’s. Parlando con la reception scopro che c’è stato un problema di prenotazione, io su booking ho come impostazione automatica “no smoking” e si vede che nell'hotel erano esaurite tali camere al momento della prenotazione e non mi sono accorto della variazione. Pazienza. Saliamo in macchina sul presto, devo arrivare all'apertura!
Rispettando i limiti arriviamo tra i primi, paghiamo il nostro obolo e finalmente entriamo. Beh, da qui non posso dire molto ragazzi. Guardate un po’ le foto e soprattutto andateci, se l’argomento vi interessa.
Abbiamo visitato subito il padiglione dello Space Shuttle Atlantis, che riesci a vedere dopo una proiezione di un paio di film che parlano della sua ideazione e storia. È il terzo che vedo, dopo Enterprise a NYC e Discovery presso lo Smithsonian appena fuori la capitale statunitense. Ma è sempre emozionante per me vederne uno. Ci tornerei ancora a vederli tutti, senza nessun dubbio. Il padiglione è stato letteralmente costruito intorno alla navetta. Dentro si possono leggere tante informazioni riguardo a questo splendido progetto dell’ingegneria umana, tanti aneddoti e curiosità che rendono interessati più o meno tutti i visitatori. All'interno di questa struttura vi è anche un simulatore di lancio, molto carino, mancano solo quei 3g che sentono i veri astronauti. Comunque è un’esperienza carina.
Dopo questo padiglione decidiamo di prendere un bus che ci porterà dentro i confini della base spaziale, qui un autista che è forse più guida, veramente orgoglioso dell’ente per cui lavora, ci descrive molto bene il giro che facciamo, con tanti aneddoti. Appena entriamo vediamo l’edificio dove vengono assemblati i razzi prima che vengano lanciati, ed è l’edificio più grande al mondo, ovviamente non si parla di altezza ma di open space interno. Quando lo vediamo ci viene detto che è a 5 miglia, non pare vero da quanto è grosso. Ci dice che la bandiera ha le stelle che misurano 6 piedi l’una, immaginatevi tutto il resto! Le porte sono le più grandi al mondo e per aprirsi o chiudersi completamente ci mettono tre quarti d’ora! Mastodontiche! Un edificio del genere è poi situato in una zona dove gli uragani sono di casa, ma non ha mai subito gravi danni strutturali grazie ad una progettazione adeguata. L’annata peggiore è stata quella del 2004 dove due uragani (Frances e Jeanne) si sono susseguiti a tre settimane di distanza.
Proseguiamo vedendo i “trattori” (Crawler Transporter) che servono per trasportare i vari razzi alle piattaforme di lancio, dopo essere stati assemblati nel grande edificio. Viaggiano a 1 miglio l’ora carichi ed al doppio quando sono vuoti. Stanno subendo una ristrutturazione ma il progetto di base resta quello degli anni 60. Belle bestie anche queste nonostante quel giorno fossero solo presenti quelli vuoti. Andiamo a vedere una delle rampe di lancio del complesso 39, il più famoso in quanto da qua lanciavano gli Space Shuttle. Ci spiega un po’ di cose riguardo al pad, poi ci accompagna ad un centro per i turisti posto all'interno della base. Qui vediamo una simulazione di lancio dell’Apollo 8, come se fossimo all'interno del sala di controllo, molto interessante. Usciti da questa simulazione possiamo vedere ciò che ha reso possibile il viaggio verso la luna, il Saturno V! Questo è davvero grosso! È stato suddiviso nei singoli stadi per poterlo ammirare meglio. Si possono vedere anche i moduli Apollo ed Eagle. C’è un altro piccolo show che mostra l’allunaggio. Da non perdere se siete qua. Poi avete la possibilità di vedere anche il mezzo con cui gli ultimi astronauti hanno viaggiato sul nostro satellite e tante altre cose. Veramente soddisfatto del giro. Nel rientrare al centro principale per i turisti, viene invece descritta la fauna locale alla quale tengono molto. Ci si ferma a vedere tartarughe, alligatori ed aquile.
Arrivati la complesso, giriamo ancora un po’, vediamo un film IMAX, giriamo per il giardino dei razzi e poi andiamo allo store. Lasciate a casa le carte di credito, io ve l’ho detto.
Alla fine è passato un bel po’ e ci stanno per buttare fuori. Decidiamo di andare verso la prossima meta che è a Melbourne. L’hotel è a poca distanza dall'autostrada. Breve doccia e poi ci rechiamo a mangiare presso un localino in centro. Trovarlo è un po’ un’impresa, ma alla fine ce la facciamo. Io mi prendo due buone birre e mentre mangiamo assistiamo ad un pezzo della notte degli Oscar. Poi si va a nanna.

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sabato 21 febbraio 2015

A gran velocità

Ed eccoci ad un altro weekend. Oggi ci porteremo da St. Augustine a Daytona Beach. Puntiamo diretti all’autodromo. Controlliamo prima di partire e scopriamo che purtroppo in questa settimana si corrono tante gare, e domani culmineranno con la 500 miglia! Niente visite guidate del circuito purtroppo. Decidiamo di fare un giro lo stesso. Arriviamo senza problemi, ma in zona il traffico è davvero tanto, seguiamo delle indicazioni per i parcheggi, e man mano che ci avviciniamo i prezzi scendono, alla fine parcheggiamo alle poste, che distano un po’, e sinceramente non so nemmeno se si può lasciare l’auto lì, ma dopo vari controlli di cartelli e su google non trovo impedimenti. Spedite alcune cartoline ce ne andiamo verso l’autodromo. C’è un casino allucinante, e quando iniziano a girare non fa che aumentare. Visitiamo vari store e chiediamo conferma che non ci siano visite dell’autodromo, il tizio dell’ufficio informazioni mi conferma che non ci sono ma che possiamo prendere i biglietti per vedere la corsa, ed alla mia risposta “Grazie, ma non siamo interessati a vederla” vengo letteralmente fulminato, gli avessi insultato la mamma l’avrei offeso di meno. Provo  spiegargli che siamo li per poche ore e che in serata dobbiamo essere a parecchie miglia da lì, ma non ma non sembra molto felice. Beh, si arrangi, non ho tempo e soprattutto tutti quei soldi che richiede un biglietto nel weekend più importante  dell’autodromo, all’ultimo poi… Fatti alcuni acquisti, sentite alcune macchine passare (che bordello!) e sentito pure i camion che puliscono (che dal rumore che hanno sembra che abbiano una turbina di elicottero, e controllando su google scopro che hanno veramente una turbina di elicottero che usano per asciugare e spazzare via dalla pista i detriti. Non eravamo impazziti!). Visto che ha smesso di piovere decidiamo di dirigerci verso il faro di Daytona Beach, che è un po’ più a sud. Anche qui prendiamo qualche souvenir e saliamo in cima al faro, il tempo sta migliorando, anche se non è ancora caldo, ma il cielo si apre e la vista dall’alto non è per niente male. Decidiamo di andare poi a fare due passi sulla spiaggia che vediamo dall’alto, e qui ci godiamo un’oretta di relax, poi ci dirigiamo verso Sanford, la nostra meta per la notte. Prima dell’hotel ci fermiamo a mangiare in un luogo caratteristico. Purtroppo TripAdvisor qui non ci è stato molto utile, mi sono dovuto avvalere di Yelp, la cittadina non è molto grande. Ceniamo in un locale un po’ scrauso, ma il personale è davvero cortese ed il pasto niente male. Paghiamo, lasciamo la mancia e ce ne andiamo. Arriviamo facilmente in hotel ma abbiamo una spiacevole sorpresa, la camera puzza un po’ di fumo…

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venerdì 20 febbraio 2015

Il giorno più freddo

Ed eccoci pronti ad abbandonare la città dei parchi. Ci alziamo con calma e facciamo colazione. Oggi abbiamo in programma di visitare solo St. Augustine, una cittadina famosa per il suo forte e che è dislocata quasi al confine con la Georgia, ovviamente sulla costa atlantica. La temperatura alla partenza non è delle migliori, siamo rimasti un po’ “scottati” ieri per il freddo preso, ed andare verso nord non aiuta…
Il viaggio scorre abbastanza, arriviamo finalmente a St. Augustine e decidiamo di lasciare la macchina all’hotel e di farci due passi, il centro ha solo parcheggi a pagamento e l’hotel non è molto distante. Il gestore molto gentile, ci consegna la chiave anche se siamo in anticipo. Posizioniamo le valigie in camera, un poco di relax e poi usciamo. Spira un vento abbastanza fastidioso e freddo, ma il cielo è spettacolare. Attraversiamo un ponte ed arriviamo nel centro, a due passi dal forte. Decidiamo di andare a visitarlo. Non è male, ma è piccolo, ed i soldi spesi mi sembrano un po’ troppi per un posto che si girerebbe in mezz'ora. Nelle stanze sotto c’è un po’ di storia in merito alla storia della città ma soprattutto del forte. Non è caldo ma si sta al riparo dal vento, salendo il paesaggio è davvero bello, vediamo addirittura un delfino nella baia. La parte superiore è davvero molto bella, particolari sono i muri costruiti con sabbia e conchiglie. Capitiamo poi all’ora dove un ranger e due volontari fanno una dimostrazione con armi dei tempi del forte, raccontando bene cosa voleva dire combattere ai tempi con quelle armi. Nel frattempo che il ranger (in abiti d’epoca) i due volontari preparano le armi. Viene il momento della dimostrazione, ed hanno dei problemi grazie al vento, non fa accendere le polveri e devono ritentare più volte. Particolare buffo è che gli ordini vengono impartiti in spagnolo, dato che il forte è stato costruito da loro, e l’accento del ranger è paurosamente americano…
Usciti dal forte ci dirigiamo per le vie del centro, che sono parecchio strane. Caratteristiche direi. Hanno voluto ricreare la cittadina di secoli fa, ed oltre ad avere un po’ di gente che gira in costume, pure i negozi sono old style ed hanno anche delle insegne d’altri tempi. Purtroppo siamo un po’ intolleranti al freddo oggi, dopo aver girato per un po’ di negozi cerchiamo di prenderci una cioccolata calda, ma a quanto pare questa è l’unica città degli States senza Starbucks! Decidiamo di rientrare presto visto che abbiamo freddo, e sulla strada troviamo un negozio di cioccolato dove fanno anche la cioccolata calda. Ne approfittiamo.
Fatta una bella doccia calda rigenerante, decidiamo di non fare troppa strada, vorremmo evitare di prendere la macchina e scopriamo che vicino a noi c’è un ottimo posto dove fanno del pesce spettacolare, ed i gamberi sono il top. Unici difetti riscontrati dalle recensioni sono l’attesa e che non accettano carte di credito, una cosa incredibile per questa nazione… Andiamo a cenare per le 19, il posto chiude alle 21, abbiamo parecchio margine. Il cortile è pieno di macchine che attendono il loro turno per gli ordini da portare a casa, dentro è pieno ovviamente. La tizia ci dice che c’è da aspettare un’ora e che se vogliamo possiamo andare nel pub vicino a bere una birra tranquilli, e che ci chiamerà lei quando il tavolo sarà pronto. Seguiamo il consiglio. Io non dovendo guidare mi prendo una pinta, e mia sorella la coca light peggiore della sua vita. Nel frattempo vediamo che dentro ci sono parecchi clienti dell’altro locale, ogni 5 minuti suona il telefono e chiamano un nome. Mi sa che quando l’altro locale è chiuso qui fanno pochi affari! 
Arriva il nostro turno, ci accomodiamo e la gentile cameriera ci spiega come funziona il tutto, facciamo le nostre domande ed alla fine ordiniamo un’insalata di gamberi per mia sorella ed un fritto misto per me, oltre a 4 contorni che ci spettano. Per questi la buttiamo un po’ a caso, dato che 4 sono tanti! Arrivano i piatti e… Io ho un fritto misto con gamberi, enormi gamberi, non gamberetti come da noi, ostriche, cappe sante, un tortino di granchio e poi i ricordi iniziano a farsi nebulosi… L’insalata di gamberi non ha una foglia di insalata, solo gamberi cicciottosi e succulenti in una salsa che è a dir poco squisita! Sono i gamberi più buoni che abbia mai mangiato, e Bubba a confronto è una vera schifezza! Vengono le lacrime agli occhi tanto sono buoni! È un posto dove ci si deve fermare se mai passaste di qui, anche non in città. Ne vale la deviazione!

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giovedì 19 febbraio 2015

Due giorni ad Orlando

Ed eccoci ad Orlando. Scostiamo la tenda e c’è un bellissimo sole, peccato che aprendo la porta di sente un freddo glaciale! Alle otto ci sono 4 gradi! Facciamo colazione con calma, ci organizziamo ed andiamo al centro turistico, qui abbiamo conferma che le tariffe sono molto alte, e che non ci sono sconti. Decidiamo di andare un solo giorno e puntiamo sugli Universal Studios, che sono un po’ più per adulti, seguendo i consigli di molte persone che abbiamo sentito. L’indomani ci alzeremo presto e sfrutteremo ogni minuto del biglietto. Per la giornata odierna decidiamo di rilassarci e di vederci un po’ la città. Prima tappa è lo store degli Orlando Magic dove mia sorella deve prendere delle cose. Poi decidiamo di fare un giro all'outlet in fondo alla nostra via, una via molto lunga… Qui decidiamo di mangiare da Five Guys, un fast food non molto economico, dove gli hamburger sono buoni e più piccoli della media. Personalmente ho trovato più buono e soprattutto più caratteristico il diner di Miami Beach, oltre che aver speso decisamente meno, nonostante la mancia.
Qui mia sorella si sbizzarrisce, non avendo molto da fare decidiamo di andare anche all'altro Outlet della città, visto che ci sono diversi negozi interessanti, e sulla via vediamo anche un negozio dove poi ci fermeremo a prendere vari souvenir, come le mie targhe di Florida ed Alabama. Spesa la giornata tra negozi, cerchiamo dove andare a cenare, e con difficoltà troviamo un localino vicino al nostro hotel. Il problema in zona sono prezzo e qualità, soprattutto il prezzo. Questo locale è gestito da una gentile signora che prova a metterci a nostro agio parlando due parole di italiano. La qualità non è il massimo, ma è a buffet e non spendiamo moltissimo. Rientrando in camera ripasso per la terza volta in reception per il disguido della strisciata, le due volte precedenti ho trovato una addetta molto poco gentile e disinformata. Devo stare a rispiegarle il problema e poi sostiene che la manager dice che i conti sono giusti, in pochi secondi le smonto la sua teoria facendo due semplici conti. Torno una seconda volta nel primo pomeriggio e mi dice che non c’è ancora la manager, mentre la sera trovo un’altra addetta che mi chiede bene che problema c’è e mi assicura che parlerà di persona alla manager e che per le 8 del giorno dopo troverò lo storno della somma erroneamente pagata. Nel dubbio mando una mail a Booking spiegando i disguidi.
Il mattino dopo ci svegliamo presto, dobbiamo essere per le 9 ai cancelli. Facciamo una colazione veloce, passo in reception e trovo finalmente la manager che si scusa e mi da la ricevuta dello storno degli 81$ e così ci muoviamo verso gli Studios. Non abbiamo troppi problemi a trovarli, grazie prima al navigatore e poi alle indicazioni. Parcheggiamo nel reparto di Spiderman, e vediamo il fiume di gente che si muove verso l’ingresso. La temperatura è davvero bassa, anche se c’è il sole. Arrivati alle casse facciamo poca coda, e dopo qualche minuto di ragionamento con l’addetta, acquistiamo il biglietto per un giorno attraverso i due parchi. Non è economico, ma alla fine il supplemento del visitare i due parchi si rivelerà ben speso.
La coda per entrare nel parco scorre poco, purtroppo al primo ingresso devono assegnare il biglietto all’impronta digitale del possessore, per evitare di farsi fregare dai furbi. Intanto geliamo, e ci berremmo volentieri una bella cioccolata di Starbucks! Entrati ci dirigiamo subito in fondo al parco, evitando le prime attrazioni che sono già prese d’assalto. Entriamo a Springfield, città dei Simpson. Facciamo molte foto mentre ci dirigiamo verso l’attrazione, che non ha coda. Praticamente è un cinema 3D su di un trenino che si muove. Simpatico e divertente, ma mia sorella non è dello stesso parere. Soffre un po’ sulle attrazioni che si muovono troppo. Via da li andiamo verso l’attrazione di ET, molto bella. Dopo essere entrato e fatto un po’ di attesa in una foresta buia e nebbiosa dove ti raccontano un po’ la storia dell’attrazione, per poi farti salire su di una bicicletta volante con il piccolo ET che sta nel cestello davanti. Siamo in prima fila, e quasi ci piglia un colpo quando si alza ET dal cestello, eravamo distratti da quello che sorvolavamo…
Usciti da li andiamo a fare l’attrazione dei MIB, dove una esplosiva operatrice ci fa correre verso i nostri vagoncini per sfuggire all'invasione degli alieni. I vagoncini scopriamo che fanno dei veloci 360, e noi abbiamo delle armi laser per sparare agli alieni lungo il percorso. Usciti da qui andiamo verso la zona di Harry Potter, giriamo per il quartiere e poi decidiamo di fare un’attrazione. Ne vediamo 2 e la prima ha oltre un’ora di coda, la seconda 10 minuti. Ci buttiamo sulla seconda che è il trenino che porta da Kings Cross (stazione ricreata dove stiamo facendo la cosa) ad Hogwart. Tutto molto bello,  Addirittura c’è il muro dove si sparisce per entrare nella piattaforma 9 e ¾. Saliamo sul treno e seguiamo un po’ la storia del viaggio di Harry & Co. Arrivati a destinazione in pochi minuti scendiamo e vedendo che la coda all’altra attrazione è diminuita mi ci fiondo subito. Purtroppo è un roller coaster e mia sorella resta nel borgo. L’attesa è di poco superiore ai 30 minuti. Come prima attrazione adrenalinica in USA noto che si può fare una coda a parte per la prima fila e nell’ultimo tratto continuano a ripetere che GoPro e similari non sono permesse. Scelgo ovviamente non la prima fila, e grazie ala fatto che sono solo mi incastrano più facilmente in mezzo agli altri. Le due cose che più ricordo di questa attrazione sono adrenalina e freddo! Si, nonostante il sole fa freddo! E questo è la causa del fermo di alcune attrazioni. Via di li trovo mia sorella che sta facendo la lucertola nel borgo, e ci muoviamo. Cerchiamo di capire dove siamo sulla cartina mentre camminiamo, ma non riusciamo a capire come andare ad una certa attrazione. Nel frattempo vediamo una bella attrazione con poca coda e ci fiondiamo, soprattutto perché è al coperto. Mentre siamo in coda, e siamo tra i primi, scopriamo che il treno ci ha portato nell'altro parco e che quella non è un’attrazione ma uno show. Ormai siamo in ballo da 20 minuti e ci restiamo. Pensiamo sia la solita cazzata, mentre alla fine ci lascia a bocca aperta grazie all'abilità dell’attore ed agli effetti speciali dello show. Ti coinvolge davvero!
Lasciata l’attrazione decidiamo di fare il giro di questo parco e saliamo sull'attrazione di The Cat in the Hat. Storia sconosciuta a noi, ed attrazione un po’ noiosa. Finito quello, me ne vado sulle montagne russe di Hulk, che prevedono 45 minuti di coda, intanto mia sorella si rilassa. Dopo la coda, dove vengono proiettati cartoni a tema attrazione, si sale. Parte piano e poi ad un certo punto ti da una botta, stile catapulta di portaerei, ovviamente non così tosta, purtroppo. Oltre alla botta iniziale vedo che l’attrazione è più lunga dell’altra ed alla fine mi ha sbatacchiato un bel po’, sono un po’ frastornato. Finito andiamo a mangiare velocemente. Giriamo nella zona dei cartoni un po’ datati, dopo aver girato la zona dei supereroi. Qui decidiamo di fare l’attrazione di Braccio di ferro, che è acquatica. Il fatto che non ci sia coda e che i gommoni (identici a quelli di Gardaland sul Jungle Rapids) siano bagnati non ci spaventa. Ci mettono un bimba sola, bardata come se dovesse andare sott'acqua. E qui ci facciamo qualche domanda. Vediamo che ci tirano l’acqua dall'alto e diamo la colpa ai ragazzini se i gommoni sono fradici, visto che poi non c’è nessuno non si sono asciugati… Arriviamo al tapis roulant che tira su il gommone e ci diciamo che era una cazzata. La bimba intanto ride. Arrivati in cima capiamo che non siamo arrivati in fondo ma in cima alle rapide! Vi dico solo che non so come riesco a tenermi su senza toccare il sedile che ha una spanna d’acqua. Mia sorella non è stata così fortunata. Siamo fradici, e per fortuna che è l’ora più calda… Io riesco ad asciugarmi un po’ durante il giorno, mia sorella un po’ di meno. Da qui andiamo verso la zona di Jurassic Park e scopriamo che un’attrazione è solo per bambini e l’altra è in manutenzione. Sulla via vediamo altre attrazione acquatiche ma sono chiuse, tanto ormai siamo lavati… Riusciamo a vedere il centro del primo JP, e da qui poi proviamo a tornare all’altro parco, ma la coda è tanta e chiedendo al tizio della biglietteria scopriamo che se passiamo da fuori facciamo in 10 minuti. Rientriamo nell'altro parco e vediamo l’attrazione di Shrek, che non è altro che un cinema 3D con le sedie che si muovono e che ti spruzzano aria e acqua. Carino anche questo. Usciti da li vediamo un Transformer che da spettacolo. È fatto davvero bene, e si fa fare foto (a pagamento) coi bambini che sono in coda. Da qui decidiamo di andare a fare un altro show, quello di Disaster che vi raccomando. Davvero bello! Poi ci dirigiamo verso l’attrazione della mummia, che faccio abbandonare a mia sorella in quanto scopriamo essere un rollercoaster, e poi scoprirò essere veramente più tosto di quello che credevo. Per come è partito pensavo fosse l’egitto di Gardaland, poi parte a razzo, va indietro, curvone. Spaziale insomma. Ci vediamo poi lo spettacolo di Terminator, anche questo fatto magnificamente. Alterna cinema 3D a teatro ed i due aspetti si fondono alla perfezione. Finito qui ci dedichiamo allo shopping intanto che aspettiamo lo show finale sull'acqua. Davvero bello, è una commemorazione dei 100 anni di cinema degli studios. Finito ciò stiamo congelando, siamo a due gradi! Andiamo a passo svelto verso Bubba Gump, dove dobbiamo aspettare quasi un’ora… Nel frattempo facciamo un po’ di shopping pure qua. Arrivato il nostro turno ordiniamo e mangiamo di gusto. Purtroppo siamo un bel po’ infreddoliti e non vediamo l’ora di tornare in hotel per una doccia bollente! La cena è buona, il conto in linea con gli altri Bubba che ho già visitato. Stanchi più che mai ci dirigiamo verso l’hotel dove ci aspetta una doccia calda ed un letto morbido dove riposare!

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martedì 17 febbraio 2015

Museo dell'aviazione

Ed eccoci qui, l’alba di una delle giornate più volute nella mia vacanza. La visita al museo della base aerea che ha addestrato buona parte dei piloti statunitensi della seconda guerra mondiale. Purtroppo oggi le ore di guida sono davvero tante: da Tallahassee bisogna andare a Pensacola e poi tornare ad Orlando. Con una piccola deviazione per entrare in Alabama. Facciamo una colazione veloce e ci mettiamo in moto, ci aspettano 3 ore di guida per raggiungere la mia destinazione. Facciamo tutto il tratto in autostrada, arrivati a Pensacola scatta l’allarme: il serbatoio è vuoto. Eravamo già usciti per fare benzina, in meno di un minuto siamo al distributore. Fatto il pieno ci dirigiamo verso il museo, ma prima di entrare nel museo dobbiamo entrare nella base navale! Ci controllano i documenti, ci chiedono dove andiamo e ci indicano la via. Entro per la prima volta in una base militare statunitense! C’è parecchio traffico, o meglio, molto più di quello che mi aspettavo in una base. In poco raggiungiamo la destinazione. Usciamo ed un freddo pungente ci colpisce. Oggi è una giornata di pioggerellina e vento. Prima di entrare nel museo faccio alcune foto all’esterno, poi ci rifugiamo all’interno. Giornata giusta per andare in un museo.
Ci rechiamo al centro informazioni per avere delle dritte, ed una delle prime cose che scopriamo è che abbiamo passato una linea di fuso, dobbiamo tirare indietro le lancette dell’orologio. Prenotiamo il trolley per visitare gli aerei che sono all’esterno, e ci facciamo dire gli orari delle visite guidate. Nel mentre che aspettiamo la visita guidata facciamo un giro nello shop, dove mia sorella prende una felpa per proteggersi dal freddo. Io controllando le email scopro che abbiamo un problema di prenotazione per l’hotel della sera, un problema analogo alla prima notte in florida. Allora chiamo e sistemo la cosa in 5 minuti, il nostro pernotto ad Orlando è salvo. Parte la visita guidata, ma vedendo che è parecchio lenta la spiegazione decidiamo di lasciar perdere, il tempo che abbiamo è purtroppo limitato, abbiamo almeno 7 ore di guida per andare in Alabama e tornare ad Orlando, e qui siamo pure indietro di un’ora. Intanto che aspettiamo il trolley facciamo un giro del museo e ci vediamo uno spettacolo IMAX. Altro giro per i due padiglioni del museo, shopping per me allo store ed arriviamo precisi, precisi. Ovviamente sono tutti a bordo, e rimangono posti separati. L’autista, che fa anche da guida, è un simpatico vecchietto che non si capisce molto, l’accento qua cambia molto. Parla davvero tanto, buona parte delle cose le afferro, ma un po’ di cose le perdo, soprattutto quando scherza. Ad essere sincero rimango un po’ deluso dal giro, pensavo si potesse scendere ad ammirare i pezzi che hanno fuori dal museo, invece non possiamo abbandonare il mezzo ed avendo preso gli ultimi posti, non riesco nemmeno a fotografare bene. I mezzi che hanno fuori sono anche un po’ conciati, nonostante li stiano ristrutturando un po’, i mezzi più vecchi ne risentono parecchio dello scorrere del tempo. Che mi colpiscono di più sono un Constellation militare che serviva come aereo radar, come dimostra la gobba. Altra storia strana che il tipo racconta, tra le tante, è stata quella del C-130 che, unico aereo ad averlo fatto, atterrò su di una portaerei! I vertici si ponevano la domanda se fosse possibile far atterrare un aereo di quella stazza sulla portaerei, e la risposta fu: “sì, ma non è stata una buona idea!”. Altro aereo importante che vediamo è sempre un C-130, ma quello che accompagna i Blue Angels (soprannominato Fat Albert) quando si muovono per delle manifestazioni. Questo ovviamente è stato dismesso, ed ha servito fino all’inizio del secolo. Ah, non l’ho scritto perché ormai lo davo scontato, ma questa base aerea è famosa soprattutto perché è la base di questa pattuglia acrobatica. Fossimo venuti un mese più tardi, avremmo facilmente visto la pattuglia in esercitazione.
Rientrati dalla visita ci dirigiamo alla macchina, e mi dirigo nel punto più vicino dell’Alabama, che di trova su di una lingua di terra, ed arrivando la scopriamo che quella zona viene un po’ chiamata Florabama! Il freddo ormai non ci molla, facciamo un paio di foto, ed è bellissimo fare una foto del cartello del Sunshine State con un fondale di nuvole ininterrotte! Vuoi per il freddo, vuoi per le ore di guida che ci aspettano ci fermiamo davvero poco. La strada è lunga ed arriviamo verso le 23 ad Orlando. Il traffico è bello tosto anche di notte qua, entriamo nell’hotel, diciamo che abbiamo la prenotazione. Faccio lo spelling del cognome ma non ci trova. Momento di panico e poi il tipo ci chiede se siamo all’EconoLodge o al TravelLodge, e scopriamo che siamo nell’hotel sbagliato! Il nostro è in fondo al parcheggio senza indicazioni! Ottimo! Facciamo questi 200mt ed arriviamo all’hotel. Dico che abbiamo una prenotazione ed il tipo ci informa che dobbiamo aspettare 10 minuti perché stanno facendo cambio turno. Tranquillo, tanto non siamo stanchi! Finalmente ci registrano, faccio per firmare la fattura ma qualcosa non torna: il prezzo! Troppo basso! Eh, eh, credeteci! Troppo alto! Faccio notare al tipo che non mi tornano i conti e lui mi dice che ci sono le tasse e le “tasse interne” di 5$ a notte, ma a me sembrava più alto di 100$ circa. Considerate l’ora… Lui verifica, io pure e viene fuori che mi ha accreditato 81$ di troppo. Si scusa e mi dice di ripassare l’indomani per ritirare la ricevuta, perché serve il manager per fare lo storno. Esausto mi fiondo in camera dove mi faccio una doccia bollente per riprendermi dal freddo becco. Le previsioni danno sole per domani, ma non ci credo molto vedendo la pioggia incessante che sta cadendo…

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lunedì 16 febbraio 2015

Un po' di natura

Ed oggi dobbiamo abbandonare Tampa, e la giornata viene dedicata alla natura, oltre che al posizionamento per la lunga tappa di domani. Partiamo con il dirigerci verso il parco di Honeymoon Island, non dista troppo da Tampa, e ci dovrebbero essere belle spiagge ed un po’ di volatili. Appena entrati nel parco vediamo il traghetto che conduce al Caladesi Island Park, ma per il tempo che abbiamo non ne vale la pena. C'è già tanto qua da vedere. Facciamo rotta verso nord e parcheggiamo all'inizio di un trail che promette di far vedere parecchi volatili. Alla fine vediamo da molto vicino dei falchi pescatore, hanno parecchi nidi ed anche piccoli che però non vediamo. Ci attraversa la strada anche in orsetto lavatore che sfugge immediatamente, non riusciamo a fargli nemmeno una foto. Scopriamo poi che il tratto più a nord del percorso è chiuso, a causa della nidificazione delle aquile. Da dove è chiuso vediamo un gruppo di anzianotti con delle fotocamere da far spavento, a dir poco hanno un 500 come teleobiettivo. Con la mia piccola riesco a fare qualche foto, e zummando si vede la mamma che nutre i piccoli, in uno dei rari momenti un cui si alzano oltre il bordo del nido. Ci dovrebbe essere anche un bel gufo, ma probabilmente sta dormendo, il nido è indicato benissimo ma non si scorge il rapace notturno. Facciamo il giro e decidiamo di andare a fare 4 passi dall'altro lato. Raccogliamo qualche conchiglia e poi decidiamo di dirigerci verso Crystal River per vedere i lamantini. C’è da fare un po’ di strada, e purtroppo l’indirizzo che ho impostato non è corretto. Perdiamo un po’ di tempo ed alla fine arriviamo al centro di recupero dei lamantini, chiediamo un po’ di informazioni e scopriamo che non si può andare da li a visitare il Three Sister Spring, ma ci danno una cartina che ci indica la strada da fare per raggiungere il centro da dove partono le visite guidate. Alla fine arriviamo che sono quasi le 16, chiediamo di fare la visita e ci dicono che l’ultima è partita alle 15.30! Che sfiga! Decidiamo di tornare ad un ponte dove abbiamo visto un po’ di gente. Non si può parcheggiare, ma ci inventiamo un parcheggio, come tutti gli altri che sono li. Ad occhio capiamo perché l’ultima visita è a quell'ora: i lamantini stanno andando tutti verso il mare… Vedere dove passano è semplicissimo, lasciano una inconfondibile striscia sull'acqua, e seguendola sappiamo dove appariranno al di la del ponte. Ne vediamo passare almeno una decina nel giro di pochi minuti. È un peccato non essere riusciti a vederli dove volevamo, ma almeno li abbiamo visti liberi in natura. Ci dobbiamo appuntare di controllare meglio le cose, ma non è stato facile trovare l’indirizzo del centro dove siamo andati, dove poi ci hanno dato l’indirizzo di dove fanno le gite. Non avessimo avuto il problema della strada sbagliata saremmo riusciti a fare l’ultima gita… Sfiga…
Ci rimettiamo in macchina e ci dirigiamo verso Tallahassee, Che raggiungiamo in qualche ora. Qui decidiamo di andare a mangiare della carnazza. Il posto è vicino al nostro hotel e consigliato da TripAdvisor. Io prendo una ribeye e mia sorella delle costine. Buonissimo ragazzi! Andiamo poi a dormire sazi e felici. Piccolo disguido in camera dove le luci non funzionano, ma nel giro di poco il ragazzo passa ad attaccare le spine delle luci, non capisco che impianto abbiano qua, ed a sostituire una lampadina bruciata.

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domenica 15 febbraio 2015

Zoo e Fiera

Oggi è la giornata della Fiera della Florida, la tappa l’abbiamo messa per questo. Non vogliamo fare tutto il giorno alla fiera, perciò dopo aver guardato guide ed internet decidiamo di andare allo zoo, pare essere uno dei più belli del paese. Dopo colazione, impostiamo il navigatore per raggiungere il posto. Fortunatamente troviamo il parcheggio in fretta e ci dirigiamo subito alle casse. All’ingresso vediamo subito dei lavori in corso, stanno preparando una piazza per un festival di lanterne cinesi che si svolgerà da fine mese. 
Come zoo è un po’ diverso da quelli visti in Italia, in alcuni posti puoi entrare nel recinto, come ad esempio quello dei volatili, dove hai una serie di porte che servono per fare entrare te e non uscire gli animali. Il tempo nello zoo passa in fretta, anche se ci sono delle zone chiuse per ristrutturazione, come quella dove è possibile vedere Panda e Koala. Gli scatti sono tanti, la giornata è bella ed il sole è bello nel cielo, anche se la temperatura non è altissima, ma essendo io uno che non ama il caldo, sto davvero bene nelle ore più calde.
Vediamo che è possibile anche dare da mangiare alle giraffe, pagando ovviamente. La coda è bella lunga, con tanti bambini che si accalcano sulla collinetta per nutrire gli animali dal lungo collo… Vediamo anche il check dell’elefante, vedendo l’elefantessa che corre per subire i controlli, ovviamente perché riceverà un premio per ogni richiesta correttamente esaudita. Vediamo pure un piccolo di ippopotamo tra un’immersione e l’altra e poi ci dirigiamo verso
l’uscita. Ovviamente il giro allo store è d’obbligo, e li trovo un bel quadretto da appendere nella mia casetta. Ora impostiamo il GPS per la fiera, ed arrivando la vediamo bella grande! La coda è davvero lunga, e noi fortunatamente la saltiamo perché arriviamo dall’autostrada. Parcheggiamo molto lontano, e dopo aver capito come tornare ci avviamo verso le casse. Nell’attesa assaggiamo un pezzo di hot dog che ci viene offerto fuori dalla fiera. Finalmente entriamo, ed è davvero grande. Non saprei come definirla sinceramente! Ci sono giostre come ai nostri Luna Park, bancarelle dove mangiare a non finire, gente che espone i loro prodotti di tutti i tipi (dalle macchine agli adesivi), stand sotto i teloni dove vendono dai criceti a tutto a base di rane (magliette, quadretti, portachiavi), altri stand dove fanno gare per premiare i migliori conogli, polli, tacchini, cavalli, mucche, etc. Uno stand ovviamente dedicato alla tragedia del 9/11, dove ci fermiamo a chiacchierare con un giovane vigile del fuoco che presidia un’autoscala nuova fiammante che esce con una ragazza di origini italiane con cognome Belfiore. Mangiamo un po’ di tutto, alla fine sono a dir poco nauseato, non facciamo giri sulle attrazioni. Ah, ovviamente ci sono anche cose come lo show delle otarie e la gara dei maiali ed un piccolo zoo, così piccolo che hanno anche una giraffa! Prendiamo un po’ di caramelle, un po’ di souvenir ed andiamo ad assistere alla fine di un concerto rock. C’è veramente di tutto e di puù, non siamo riusciti a vedere l’intera fiera. Ah, ovviamente si poteva fare un giro sopra la fiera con il BatCottero per la modica cifra di 40$. Alla fine verso le 23 torniamo indietro rotolando, abbiamo mangiato di tutto quel giorno, schifezze a profusione! Arrivati nell’hotel di Dexter crolliamo senza problemi!

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sabato 14 febbraio 2015

Isola fredda...

Iniziamo a prendere il fuso, complice anche il fatto che ci massacriamo durante il giorno, pertanto la notte si dorme di gusto. Verso le 7 ci alziamo e dovremmo andare verso Sanibel Island. Ci connettiamo al WiFi e vediamo che la temperatura è di 2 gradi! Diciamo che la temperatura non è ideale per fare un bagno, e nemmeno per passeggiare sulla spiaggia alla ricerca di conchiglie, che pare essere il passatempo del posto. Infatti qui si deposita una quantità impressionante di conchiglie sulla spiaggia, in maniera incessante. 
Arrivando all'hotel abbiamo visto un outlet sulla strada, decidiamo di andare li per acquistare qualcosa di più pesante. Una breve occhiata al sito e siamo pronti per fare colazione. Andiamo a prendere un paio di bevande calde al vicino McDonalds e ne approfittiamo per fare il primo pieno alla macchina, tutto è nei pressi del nostro hotel. Ci gustiamo la metà dei cupcakes, molto buoni ma anche tanto dolci, e poi riempiamo di ghiaccio il nostro frigo e partiamo per l’apertura dell’outlet. Ci diamo un tempo massimo e ci dividiamo per ottimizzare i tempi. Io ottengo un buon prezzo alla Levi’s, ma solo dopo aver provato varie misure e modelli che non conoscevo. Infatti non troverò i modelli da me comprati in altri negozi dove passeremo in futuro.
Fatto tutto lo shopping partiamo alla volta dell’isola, ora l’aria si è un po’ scaldata, anche se non è molto calda. La strada non è molta, la vista dalla strada è mozzafiato. Purtroppo abbiamo la sfortuna di beccare una fiera dell’isola e la cosa crea molte code. Per raggiungere la spiaggia dobbiamo attraversare la fiera, pertanto l’oretta di coda o quasi non la possiamo evitare. Raggiunta la spiaggia decidiamo di rimanere un’ora. Vuoi per il freddo, vuoi per il costo del parcheggio… Il posto è molto carino, e quando il vento gelido da un po’ di tregua, si sta anche bene. L’acqua è fresca, ma senza quelle temperature esterne il bagno se lo farebbero in molti! Raccogliamo un po’ di conchiglie, qualche foto e via… Decidiamo di passare per il faro, ma un po’ ci delude, non è che sia bellissimo a vedersi… 
Abbiamo perso un po’ di  tempo e la destinazione finale, ovvero Tampa, è a quasi tre ore d’auto. Volevamo andare a vedere il tramonto a Sarasota, dove dicono che ci sono le spiagge più belle della zona, ma il navigatore ci dice che arriveremmo dopo il tramonto. Andare a vedere una spiaggia, bella quanto vuoi, col buio ed il freddo non ci attira molto, perciò facciamo rotta su Tampa. Grazie al preziosissimo TripAdvisor troviamo anche un posto zozzo dove mangiare le costine. Reimpostato il navigatore, ci dirigiamo verso il posto. La strada è un po’, ma per cena arriviamo. Purtroppo la posizione non è ben indicata, ed è pure l’unica attività che non ha l’insegna luminosa. Lo troviamo quasi per caso. Entriamo affamati, e vediamo che siamo forse gli unici bianchi, il posto è molto spartano ed il profumo davvero ottimo. Punto alla porzione piccola, così come mia sorella, ma mentre io prendo le patate lei prende i fagioli. Devo dire che la carne è ottima, l’unico difetto è la salsa: troppo dolce! Sarà che non siamo abituati ma la salsa BBQ al miele a me non piace molto. Mangio comunque con gusto il mio piatto, il tipo di costina è davvero meritevole dei primi posti sulla classifica della città. Mia sorella ha invece qualche problema con i fagioli, sembrano essere immersi nel miele! Consistenza e sapore sembrano quelli. Unico difetto del posto sono le salse dolci.
Dopo ciò ci dirigiamo al nostro prossimo hotel, che ci ospiterà per un paio di notti. Ci arriviamo in poco tempo, e sembra il classico motel da serial killer… Prese le chiavi ci dirigiamo in camera e subito un tizio più fatto che losco ci avvicina ma lo ignoriamo. Abbiamo anche la fortuna di avere uno dei punti fumo proprio davanti alla nostra camera, e pure i vicini sembrano un tantino strani. Chissene, basta che non facciano casino, e se lo fanno ho sempre i tappi! Sistemiamo le valigie, mettendo nel borsone i souvenir presi sull'isola, e dopo una bella doccia si crolla. Domani ci attende la fiera…

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venerdì 13 febbraio 2015

Alba, Alligatori e Tramonto

Oggi la sveglia inizia ad essere decente, ci alziamo verso le 6 e decidiamo di andare a vedere l’alba sull’oceano. Le valigie sono già pronte ed in 20 minuti siamo già in viaggio verso Miami Beach, e questa mattina finalmente non troviamo traffico. Ormai sappiamo dove parcheggiare. Decidiamo di andare dubito in spiaggia per vedere l’alba, manca poco. Il cielo è già rosso ed all’ora prevista si inizia a scorgere un punta della grande palla di fuoco, non pensavo di vederlo perché sembrava ci fosse foschia in mare, invece era bello nitido! Bellissimo…
Dopo andiamo a fare colazione, passeggiata sul lungomare, cazzeggio ed alle 10 decidiamo di partire, prima però tappa da 7eleven per prendere il mitico frigo di polistirolo e del ghiaccio per tenere al fresco le bevande acquistate ieri. Il navigatore è impostato per il parco delle Everglades, dove paghiamo l’accesso e parcheggiamo con comodo. Breve passeggiata verso il centro dei Rangers, ci accodiamo per un pezzo alla visita che stanno conducendo dove ci troviamo a due passi da un signor alligatore! Vediamo parecchi adulti, alcuni piccoli, tutti intenti a prendere il sole, e pure un serpentello che si dedica alla tintarella. Oltre ovviamente a parecchi pennuti. Ritornati alla stazione, valutiamo di non prendere il trenino per la torre di osservazione che dista un po’, il costo è troppo altro per il breve giro. Fatto il giro allo store, e spedite alcune cartoline decidiamo di andare a fare un giro sull’airboat. Grazie a Tripadvisor vediamo un posto indietro di un decina di miglia dove hanno anche una cucina a base di “Gator”. Io provo le crocchette di alligatore, che non sono per niente male! E non è vero che sanno di pollo, sanno di alligatore! E’ il suo sapore, delicato ma buono. Se vi capita provatele! Finito di mangiare prendiamo i biglietti ed attendiamo il nostro turno per il giro sulla strana imbarcazione. La guida/comandante è parecchio simpatica. L’accento è un po’ strano, ma capisco quasi tutto, non afferro spesso le battute che fa, ma non sono l’unico vedendo gli altri! Quando lo mette in moto capisco perché ci hanno dato il cotone per le orecchie, fa un casino del boia! Il percorso lo potrebbe fare ormai ad occhi chiusi. Tra una spiegazione ed una evoluzione prosegue il nostro giro di poco più di mezz’ora. Vediamo alcuni alligatori ed uccelli, che spesso fuggono al nostro arrivo non proprio in sordina. Finito il bel giro ci mettiamo in marcia verso la destinazione serale: Naples. Facciamo solo una piccola sosta in un altro parco nazionale e poi ci dirigiamo verso la spiaggia della costa ovest per vedere il tramonto. Troviamo parcheggio senza problemi sulla 5th Avenue ed all’apertura della porta abbiamo una spiacevole sorpresa: c’è vento ed è freddo! Dopo aver capito che non si pagano i parcheggi, ci cambiamo con qualcosa di pesante, o meglio, ciò che di più pesante abbiamo con noi… Ci dirigiamo a piedi verso la spiaggia e decidiamo di andare sul pontile che scorgiamo poco più a sud. Camminare è un po’ difficoltoso tra vento e sabbia ma arriviamo giusto in tempo per il tramonto, meno male perché la resistenza al freddo inizia ad arrivare al limite. Non eravamo preparati a trovare freddo qua! Il tramonto è davvero bello, poi torniamo alla macchina passando per la strada parallela alla costa, così siamo riparati dal vento e ci vediamo delle splendide case. Facciamo un giro per le vie intorno alla macchina e vediamo che il posto è parecchio da fighetti, non troviamo nemmeno un posto che venda cartoline. Facciamo però shopping di cupcakes in un negozio che vende solo quello! La colazione di domani è presa. Grazie a TripAdvisor troviamo un posto un po’ grezzo ed economico specializzato in hot dogs. A poche strade dalla via dove abbiamo parcheggiato, troviamo il posto, ci accolgono in maniera molto calorosa e ci accomodiamo. Ovviamente dobbiamo prendere un dog! Scelgo i condimenti e quando mi chiede se da 6 o 12, non essendo molto pratico di misure imperiali dico 12, fate voi la conversione! Purtroppo il cibo ha battuto l’uomo un questa puntata. Era davvero troppo! 
Rientriamo alla macchina e puntiamo verso l’hotel a Fort Meyers. Caruccio da fuori, non mi sembra di sentire treni di passaggio… Entriamo e troviamo una sorpresa: il telefono squilla e non c’è nessuno. Non c’è nessuno nella hall, poi arrivano altri clienti e leggiamo che l’addetto è a portare alcuni clienti all’aeroporto e tornerà quanto prima. In mezzora iniziamo ad essere più di una decina di persone. Poi tutti a chiedere a me, cacchio mica lavoro qua e poi non vi capisco nemmeno bene. Ma le domande sono sempre le stesse: “Ma non c’è nessuno?”, “Avete provato a telefonare?”, “Siete qui da tanto?”, “Siete i primi?” ed io aggiungo “Un Fiorino!” Dopo quasi 40 minuti arriva la tipa bella in carne che per fare 50 metri ha già il fiato corto. Arriva e con poca gentilezza dice a tutti di preparare documenti e carta di credito, risponde al telefono dicendo di chiamare dopo che ora non ha tempo ed ha tanta gente al bancone. Per fortuna siamo i primi e scappiamo in camera sentendo il borbottio, giusto, di tutti gli altri. Il tempo di aprire la valigia, farsi una doccia e crollo tra le braccia di Morfeo in 5 minuti…

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giovedì 12 febbraio 2015

I venti cambiano


Ed eccoci al risveglio, al primo risveglio in Florida! Non è presto, di più! Ad occhio sono le tre, tre e mezza al massimo. Mia sorella si sveglia dopo poco. Un po’ sfasati dal fuso ma soprattutto dai casini. 
La cosa che mi ricordo è che ho sognato tutta notte treni, mamma quanti! Visto che tanto ormai siamo svegli decidiamo di dare un occhio al sito rentalcars per vedere se la Ford Focus e la Dodge Avenger sono della stessa categoria. Ovviamente non lo sono, allora di decido di chiamare il servizio clienti, per fortuna che da poco sono passato a Tim ed ho attivato proprio ieri “Tim in viaggio pass” che mi lascia 150 minuti in chiamata, altrettanti in ricezione, 300 SMS e 500 MB di traffico. Me ne brucio un po’ per chiamare, ma dopo una lunga attesa mi confermano che la macchina non è corretta, e che ho due opzioni: rimborso a fine vacanza o sostituzione presso l’aeroporto. Nel caso abbia problemi potrei sempre richiamarli dal bancone per far parlare loro con il tizio. Speriamo non serva! Alle 5 prendiamo la macchina, impostiamo il navigatore e capisco perché ho sognato treni tutta notte… Abbiamo la ferrovia dietro all’hotel, e non so se siete pratici di treni merci americani, ma vi assicuro che fanno un casino del boia! Arrivati prestissimo in aeroporto cerchiamo con difficoltà dove riportare le macchine, ed alla fine troviamo il posto. Al tipo del ritiro spiego il problema, lui dice che sono la stessa cosa. Gli rispondo che ho già parlato col mio broker e che non è così. Tiriamo via tutto dalla macchina e torniamo al quarto piano, agli uffici. Spiego il problema ed anche lui mi dice che sono della stessa categoria, appena accenno alla chiamata che ho fatto a rentalcars mi dice che non ci sono problemi e mi stampa un nuovo modulo. Scendiamo e finalmente la macchina è quella giusta. Carichiamo le nostre cose e ci dirigiamo verso un Walmart per fare spese, ne avevo impostato uno a pochi minuti dall’aeroporto aperto 24/7. La cosa che ci sorprende è che ci sono un botto di persone nonostante non siano neppure le sei! Facciamo un po’ di provviste, girando in lungo ed in largo prendendo cose utili, cose un po’ meno utili e guardando le cose veramente strane che ci sono nelle loro giganti corsie.
Alla fine usciamo che ha appena albeggiato, decidiamo di dirigerci verso Miami Beach. Parcheggiamo e scopriamo che fino alle 10 non si paga il parcheggio, paghiamo per rimanere fino a quasi alle 14 ed andiamo a fare colazione da Starbucks, e poi passeggiata sulla spiaggia. Giriamo un po’ per le vie e decidiamo di andare a vedere Little Havana. Prima però andiamo a mangiare velocemente alla Sandwicherie, dove mi prendo una bella Caesar Salad con gamberetti. Già che ci siamo prendiamo anche i francobolli per le cartoline, ci portiamo avanti. Un po’ cotti ci dirigiamo Prima in un negozio di animali, e poi alla AAA (American Airlines Arena), stadio dei Miami Heat. Tra il parcheggio e lo store vediamo un gruppo di veicoli dell’FBI. Fatto un po’ di shopping ci rechiamo alla Calle Ocho, e grazie alla cartina sbagliata, nonostante abbiamo parcheggiato a due passi dalla zona per i turisti, andiamo dalla parte opposta, entrando nella vera Little Havana per un paio di chilometri, vedendo case caratteristiche e gente molto strana. Alla fine torniamo sui nostri passi e ci vediamo la parte turistica della via. Quasi allo scadere del parcheggio andiamo a recuperare la macchina e ci dirigiamo al Dolphin Mall, devo prendere delle scarpe più leggere, quelle del viaggio mi stanno ammazzando, ed in Italia non ero riuscito a trovare scarpe da viaggio leggere. E ne approfittiamo per un giretto. Entriamo dal lato giusto, e non è cosa da poco viste le dimensioni del posto. Già solo nel negozio di caccia e pesca ci perdiamo, è una cosa enorme. Usciti da li andiamo subito in un grande negozio multimarca che tratta abbigliamento sportivo. Io riesco a trovare le scarpe che cercavo, e pure mia sorella trova qualcosa . Torniamo alla macchina e con grande goduria cambio le scarpe, nel mentre tutti si fermano a chiederci se ce ne andiamo, c’è una quantità di macchine che girano alla ricerca di parcheggio che fa paura. Rientriamo e giriamo per un po’ il mall, ad un certo punto, affamati, mangiamo in un fast food messicano e ce ne andiamo. Io non ce la faccio più, è sera inoltrata e sono distrutto.
Arrivati in hotel, guardiamo meglio la camera e ci accorgiamo che le finestre sono chiuse ma dal rumore che entra è come se non lo fossero, la luce entra e le veneziane è meglio non toccarle. Altra doccia prima di andare a letto e mi rendo conto del perché siamo così stanchi. Grazie al contapassi del cellulare scopro che ci siamo sparati la bellezza di 23km! Prima di crollare sento il treno, e per non ripetere l’esperienza della notte precedente mi metto i tappi nelle orecchie! Crollo in neanche 5 minuti!

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mercoledì 11 febbraio 2015

Il giorno più lungo e travagliato

Ed eccoci al primo giorno di vacanza…
La sveglia suona veramente presto, verso le 3… Sono un po’ in ansia per le partenze ed ho la paura di perdere il volo, e di conseguenza la vacanza, pertanto meglio perdere qualche decina di minuti di sonno. Prima di uscire controllo bene tutta la casa, se ho impostato tutto correttamente per la mia assenza (termostati, angolo gatto, porte, etc). Metto le ultime cose in valigia e nello zaino e parto. Mia sorella è già sveglia pure lei, ed in poco passo a recuperarla visto il deserto che c’è per le strade. Arriviamo in aeroporto con largo anticipo, lascio lei al T1 mentre io vado a lasciare l’auto al T2, ovviamente appena arrivo alla fermata della navetta vedo che è partita 5 minuti prima, e la prossima è dopo 25 minuti. Pazienza, arrivo presto anche per questi piccoli inconvenienti. Il terminal dorme ancora, la compagnia che ormai è padrona del vecchio terminal non ha voli notturni, pertanto girano solo pochi individui. Verso l’ora che prevede la partenza della navetta non si vede ancora nulla… Provo a mettermi sull’angolo e non vedo arrivare dal T1 alcun mezzo, ma vedo andare verso il T1 la navetta… Arrivava dal parcheggio, mi aspetto che torni indietro ma purtroppo procede verso il terminal 1… Panico, ha saltato la fermata e ripassa dopo mezz’ora, ci starei dentro ma con poco margine. Possibile che la mia vacanza si rovini a causa di un autista che non ha voglia di iniziare la corsa alla fermata giusta perdendo 2 minuti? Avessi iniziato ad andare a piedi sarei già quasi arrivato. Mi fossi messo una fermata più avanti l’avrei presa… Coi se e coi ma non si va da nessuna parte… Allora prendo ed inizio a farmela di corsa, augurando ogni bene all’autista. Dopo un 5 minuti scarsi vedo la navetta che mi passa ma nella direzione contraria, allora mi piazzo ad una fermata, un po’ ansimante sperando che ripassi in fretta. Non ce l’avrei fatta a mantenere il ritmo per tutta la strada, e non ce l’avrebbero fatta i vicini di sedile a reggere me… Dopo poco ripassa la navetta, ed arrivo al T1, nessuna coda al Check-in Swiss dove mostriamo carte d’imbarco digitali e passaporto. Le valigie vengono imbarcate senza problemi e ci dirigiamo ai controlli. Poca gente ancora, ma man mano che procediamo vediamo un aumento della lunghezza delle code, passati appena prima della ressa. Leggiamo il gate e ci rimane tempo per una colazione veloce. Ci rechiamo al gate poco prima che arrivino gli operatori, tanto per gustarci strani personaggi che si agitano per non so quale problema. Si comportano come se fossimo in ritardo, mentre siamo  in netto anticipo. La gente non è mai contenta… Salendo sul bus sentiamo l’aria frizzante di Malpensa per l’ultima volta, l’imbarco procede come sempre con la coda all’italiana, ma essendo un jumbolino si sale in fretta pur essendo ultimi. Una volta saliti, pronti e via. Siamo sopra le alpi in poco tempo, ed il volo è veramente breve. Arriviamo a Zurigo con un buon margine di anticipo, ed ancora non sappiamo il gate giusto. Dopo poco appare e passiamo il controllo passaporti. Dal gate si può già vedere il mezzo che ci porterà al caldo, ed inizia ad arrivare un po’ di gente. Dopo poco arrivano anche gli addetti che controllano se l’ESTA è a posto e dopo poche domande passiamo di nuovo sui divanetti con un foglio timbrato che attesta che possiamo entrare negli USA. Nel giro di poco inizia l’imbarco e siamo tra i primi dato che siamo nelle ultime file. A bordo mi presento al collega e dopo due chiacchiere torno al mio posto. Ormai si parte, era da tanto che non facevo una trasvolata del genere, e forse per questo mi passa ancora meno, nonostante il pasto, i film, le chiacchiere coi colleghi. Odio volare, non so che fare e mi annoio, e poi prendo il fuso a fatica… Fatto sta che si arriva, atterriamo spaccando il minuto. Mi aspettavo una ressa incredibile ai controlli dei passaporti ma passiamo in neanche 5 minuti. Sono piacevolmente sorpreso! Usciti su suolo americano grazie al WiFi avvisiamo a casa e poi ci dirigiamo a ritirare la nostra vettura.
E qui l’odissea ha inizio, non chiederò mai più un upgrade al bancone. Arrivati al bancone della Budget, veniamo serviti subito, ma forse avrei fatto meglio ad arrivare due minuti prima o dopo… Il nostro addetto ci accoglie e dopo i soliti saluti gli faccio presente che abbiamo una prenotazione con rentalcars, gli passo il foglio dove lui recupera il codice e qui cominciano i problemi. Dopo un po’ riesco a fargli capire che noi abbiamo prenotato una macchina con due autisti ed il pieno di carburante. Sembra afferrare, ci propone un upgrade con una cabrio, ce l’aspettavamo e chiediamo quanto ci costa. 130$, la differenza sul sito era sui 200€, ci eravamo dati come limite 150€ pertanto, nonostante il cambio pessimo, ci pare un buon prezzo. Ma prima di procedere voglio essere sicuro sul prezzo e gli chiedo conferma che sia per tutto il periodo, anche aiutandomi con i gesti dato che avevo capito che non era molto sveglio, e che fosse di madrelingua spagnola. Avendo anche provato mia sorella a parlargli in spagnolo e vedendo che questo risponde in inglese sono andato avanti io a parlargli in inglese. Questi conferma che la cifra è per il periodo. Cacchio, in giro per la Florida con una Mustang cabrio per 20 giorni a 130$ è un affare! Arriva il momento di firmare e qualcosa mi colpisce, una piccola parolina, o meglio cifra: circa 2.700$, chiedo spiegazioni prima di firmare, ed indovinate che mi dice? Per l’upgrade! I 130$ sono al giorno! Ed a quel punto parte l’embolo, faccio notare che avevo chiesto prima se era al giorno o per il periodo e lui mi avesse detto che era per il periodo. “allora non la volete?”, l’embolo è sempre più in alto… Gli dico ancora in maniera cortese di darci la macchina che abbiamo prenotato, niente upgrade. Prova a spararci 90$ al giorno ma gli diciamo che vogliamo la nostra macchina, siamo stanchi e non vogliamo altro. Non scherzo ma ci mette quasi un’ora a fare il downgrade della macchina, ad occhio lavorava li da due giorni. Alla fine arriva il momento di firmare le carte, finalmente, ma alla seconda pagina leggo che devo riportare l’auto col pieno. Ho pagato il pacchetto (non poco) per due guidatori ed un pieno di carburante e voglio quello! Gli faccio presente che gli ho fatto notare che all’inizio (purtroppo non poco prima) gli avevo già detto che avevamo il pacchetto. “Yes Yes, sorry sorry” e si rimette a battere sulla tastiera. Dopo più di 5 minuti sembra fatta. Prima pagina ok, seconda pagina no, ancora la stessa dicitura… Lo faccio notare ancora, un po’ spazientito, “sorry sorry” ancora e via che si rimette a digitare per più tempo. In realtà passava più tempo con whatsapp, però il tempo passa. Arriviamo ancora alla prima schermata, firmo, per la seconda indovinate? Ancora la stessa dicitura. A quel punto gli chiedo se mi sta prendendo in giro. Panicato chiama la manager, parlano tra di loro in spagnolo davanti al monitor, e dopo alcune prove lei mi dice che il sistema non permette di cambiare la dicitura, ma che a sistema è segnato che la posso portare col serbatoio vuoto. Potrei stare zitto e poi se mai avessi addebiti mi rivolgerei a rentalcars, ma non mi sta bene, ormai sono due ore che sto li. Gli chiedo di avere qualcosa di scritto, visto che sto firmando per un pieno-pieno e non pieno-vuoto. Mi dicono che mi firmano le copie una volta stampate. Alla fine ce la facciamo a stampare il tutto, e mi da la piazzola dove ritirare la macchina, ormai esausti ci rechiamo due piani sotto, chiedo per sicurezza al tizio se devo prendere la macchina senza dar nulla a lui, e mi dice che il controllo viene fatto prima dell’uscita. Le chiavi sono già inserite. Bene, non ci resta che cercare la macchina, non è difficile no? Invece si! Primo la piazzola è sotto AVIS e non Budget, secondo non c’è nessuna vettura. Ritorno dal tipo del garage e faccio notare che la piazzola è AVIS, “ma non è un problema” mi dice lui, “che la macchina non ci sia invece si” gli dico io. Prende in mano i fogli e lamentandosi, ad occhio dello sveglione di due piani sopra, ci assegna un’altra macchina. Arriviamo alla piazzola e vediamo una Ford Focus, mi pare più piccola della Dodge Avenger che ho chiesto. Faccio il giro, vedo i problemi e torno dal tipo che mi dice che i danni li annotano all’uscita e che le due auto sono della stessa categoria. Ormai stremato, dopo due ore e mezza, me ne vado ripromettendomi di controllare poi. Prima di uscire ci controllano documenti e danni e siamo sulle strade della Florida. Ormai oltre le 17 troviamo strade trafficate e riusciamo ad arrivare in hotel alle 18.05. Scarichiamo i bagagli, lascio il mio documento al tipo e dico che abbiamo una prenotazione. Sapete che mi dice? Che è stata cancellata alle 18! Chiedo spiegazioni e mi dice che mi è stata mandata una mail perché non passava la carta. La mattina. Gli faccio presente che quando loro mi hanno mandato la mail io ero in volo, e che non potevo controllarla fino a quel momento. Nel frattempo i migliori auguri partivano verso il tizio dell’autonoleggio. Mi dice anche che il sistema in automatico ha rimesso in vendita la camera e che è già stata acquistata su booking. Che fare? Oltre che ad imprecare, mi metto a cercare hotel per quelle due notti in zona tramite varie app. I prezzi sono abbastanza esorbitanti. Dopo una mezz’ora il tipo dice che ha una camera per noi, non so come, ma ce l’ha trovata. Probabilmente si rendono conto della cazzata e ce ne trovano una alla stessa cifra che avevamo. Ovviamente secondo piano senza ascensore, ma ormai che problema è? Ci facciamo una doccia, o meglio, ci proviamo. Pronto ad entrare in doccia dopo aver aperto la valigia, vedo che non ci sono asciugamani. Mia sorella vuole usare i nostri ma le faccio notare che questi ce li fanno pagare se non li trovano a fine soggiorno, e pure tanto. Va giù lei, torna e ridiamo. Il tizio della reception viene soprannominato “Pausamerda”, chi ha visto American Pie capirà, il tizio non c’è, ha lasciato il biglietto che è in pausa perché è in bagno e becca pure il corriere che le chiede se abita li e se è via da tanto il tizio. Dopo 20 minuti lo troviamo e ci facciamo la doccia, finalmente! La camera? Beh, ve la racconto poi questa. Decidiamo di muoverci a Miami Beach per cena, e per non andare a letto subito. Decidiamo di andare al Diner dell’undicesima strada, arriviamo senza problemi, parcheggiamo e paghiamo per un’ora. Il posto non è male, veniamo serviti in fretta e mangiamo con gusto. Due passi per le vie in zona ma ad una certa non ce la facciamo più. Torniamo all’hotel e crolliamo distrutti…

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