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mercoledì 22 novembre 2017

Che fare a fine maggio?

Ed eccoci qua, non ho ancora finito di sistemare le foto ed i conti della più lunga vacanza mai fatta, devo ancora partire per il bel weekend sulle Alpi Svizzere prenotato un anno prima e devo ancora partire per la vacanza alle Azzorre, e che faccio? Beh, è giunto il momento di organizzare le ferie del prossimo anno, eh sì la mia ditta mi chiede di mettere giù ora le ferie da aprile 2018 a marzo 2019. Bisogna essere molto avanti con le idee. Ero qua che valutavo insieme a Valentina come metterle giù al meglio, dando priorità ad un importante impegno che ho a fine maggio. E che abbiamo fatto? Abbiamo prenotato volo ed hotel a Santorini! Non ho ancora la conferma delle ferie, ma ho alte probabilità di prendere dei giorni. Complice il fatto che avrei avuto parecchi giorni in più prenotando le ferie in quei giorni di fine maggio, il Corpus Domini dei Ticinesi a fine maggio ed il Black Friday di easyjet. Che fare? Con 145€ a testa abbiamo il volo diretto confermato con un bagaglio in stiva e 4 notti in appartamento a Perissa con tanto di trasporto da e per l’aeroporto. Leggendo su booking la struttura è valutata benissimo. Probabilmente noleggeremo un Quad per girare l’isola, ma a cavallo tra maggio e giugno non dovrebbe esserci casino, mi sa che diamo il cambio ai primi casini tornando il 2 giugno! Ora scatta l’operazione di intelligence per scoprire che fare su quell'isola, ma è temporaneamente congelata fino a dopo le Azzorre!

mercoledì 1 novembre 2017

Parliamo di Cash...

Vediamo quanto ci ho lasciato per questo mese a spasso per gli States....










  • Volo Aereo Milano Malpensa - Los Angeles e Miami - Milano Malpensa per 1 persona: 620 con American Airlines e 1 bagaglio in stiva

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Prima parte della vacanza, spese già divise per 4 (Giro della California con amici per 10 giorni)

  • Noleggio Auto: 128€ (con Thrifty tramite RentalCars)
    • Assicurazione Totale Auto:  22€ (con RentalCover)
    • Benzina: 33€
    • Parcheggi: 9€
  • Costo totale degli hotel: 405 (tramite booking.com)
  • Pasti vari:  320 
  • Visite varie: 106€
  • Spostamenti con UBER: 11€
  • Supermercati: 20€
Parziale della prima parte della vacanza: 1.034€
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Seconda parte della vacanza (da Los Angeles a Dallas in solitaria in 5 giorni)

  • Noleggio Auto: 262€ (con Alamo tramite RentalCars)
    • Assicurazione Totale Auto:  94€ (con RentalCover)
    • Benzina: 194€
  • Costo totale degli hotel: 224 (tramite booking.com)
  • Pasti vari:  87 
  • Visite varie: 109€
  • Supermercati: 69€
Parziale della seconda parte della vacanza: 1.039€
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Terza parte della vacanza, spese già divise per 2 (da Dallas a Miami in coppia in 2 settimane)

  • Noleggio Auto: 150€ (con Alamo tramite RentalCars)
    • Assicurazione Totale Auto: 116€
    • Benzina: 80€ 
    • Parcheggi: 42€
    • Restituzione auto: 261€
  • Costo totale degli hotel: 571 (tramite booking.com)
  • Pasti vari:  420 
  • Visite varie: 231€
  • Supermercati: 30€
Parziale della terza parte della vacanza: 1.782€
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Totale della vacanza

  • Noleggio Auto: 540€ 
    • Assicurazione Totale Auto: 116€
    • Benzina: 307€ 
    • Parcheggi: 51€
    • Restituzione auto: 261€
  • Costo totale degli hotel: 1.200 (tramite booking.com)
  • Pasti vari:  827 
  • Visite varie: 446€
  • Spostamenti con UBER: 11€
  • Supermercati: 119€
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  • Souvenir: 400
 4.875€ (escludendo pochissime cose che non so ben quantificare)

giovedì 19 ottobre 2017

Key West e Miami Beach

Finalmente in hotel a Key West, la scorsa volta avevo rinunciato per il prezzo davvero elevato, ora avendo prenotato con un ampio anticipo ho trovato un hotel in una zona abbastanza tattica, ad un paio di isolati dalla famosa “boa” più a sud degli States continentali, ad un prezzo accessibile. Ce la giriamo con calma sia di sera che di giorno, come dicevo nel post precedente non c’è casino. Mi ricordo il delirio che c’era l’altra volta, e per me è di sicuro più piacevole così, per i loro affari di sicuro è meglio il delirio. Finalmente riesco a vedere i gatti di Hemingway, quelli con le sei dita. Particolari davvero, anche la sua casa: è piena di pezzi di storia, penso che sia stata una persona geniale, che ha vissuto davvero una vita piena.
Girare con calma la città mi piace, vedere quanti galli e galline ci sono per la città allo stato brado è davvero strano, ma è una città strana. Passiamo davvero una bella giornata a Key West, ma il tempo scorre veloce quando sei in ferie, ed il giorno dopo decidiamo di rientrare a Miami con calma e di goderci il viaggio. Purtroppo oggi il tempo non è con noi, molto nuvoloso e probabilmente piove qui vicino. Decidiamo di goderci questo ultimo viaggio con la Mustang senza tettuccio fino a che il meteo lo consente. Quando mi fermo per alzare la capote, vista la pioggia davvero prossima sulla nostra strada, decido anche di provare l’accelerazione di questa auto. Purtroppo faccio l’errore di non avvisare Valentina, faccio anche l’errore di non guardare che stava facendo, bevendo dell’acqua… Ero troppo preso dal controllare il traffico, inesistente, e possibili pattuglie, nessuna per fortuna. Quando parto sgommando, raggiungo le 70 miglia orarie e poi lascio il gas, pochi secondi con questa bestia, ma abbastanza per attentare alla vita del mio copilota, che si stava strozzando con la bottiglia d’acqua! Inizia a ridere e tossire (più tossire che ridere) e io non capisco il motivo…
Il viaggio verso Miami è lento e tranquillo, purtroppo il tempo peggiora, ed a Miami abbiamo giusto il tempo di fare un giro su Ocean Drive in macchina, prima che la sera si scateni un acquazzone da paura. La sera decidiamo di riposare in hotel, ed avendo pranzato in strada, sul tardi non abbiamo nemmeno la necessità di uscire per mangiare. Il giorno successivo riusciamo a fare una passeggiata sotto un cielo nuvoloso, giusto per vedere un po’ la zona, ma ci restano ancora alcuni acquisti da fare, e non vogliamo arrivare tardi in aeroporto, purtroppo dobbiamo lasciare la città con un tempo non ottimale, ma forse questo ci aiuta a smorzare un po’ la tristezza della fine della vacanza. Fatto tutto quello che dobbiamo, andiamo in aeroporto e ci rilassiamo prima del volo, un volo diretto che in poco più di otto ore ci riporta a casa, la vacanza purtroppo è terminata, questo lungo mese è giunto al termine, e ci vorrà un po’ prima che possa fare un’altra vacanza di questo genere, mi resterà nel cuore questo Coast to Coast, il mio primo…

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mercoledì 18 ottobre 2017

Verso le Keys attraverso le Everglades

Ed è ora di abbandonare Fort Lauderdale, ci dirigiamo verso Key West, ma all’altezza di Miami facciamo una puntata verso ovest, vogliamo fare un giro alle Everglades, conosco un posto che mi era piaciuto molto. Arrivati a Coopertown facciamo il giro su una AirBoat, quelle classiche che vedevate nella serie CSI Miami. Molto bella e molto rumorosa. Prima di salire però c’è il classico giro nel loro Zoo dove hanno esemplari piuttosto massicci di “Gators”, un ragazzo ci spiega un po’ di cose riguardo a questi animali, e ci fa fare delle foto con i cugini serpenti oltre che con un piccolo alligatore.
Il giro purtroppo è infruttuoso, si sta andando verso l’inverno e le bestie sono un po’ letargiche, è difficile vederle in giro, mi pare strano visto il caldo che fa, ma pazienza, il giro in barca è comunque bello.
Terminato il giro ci concediamo uno spuntino a base di alligatore, facciamo un po’ di chiacchiere con la ragazza del locale, visto il periodo tranquillo ha più tempo da dedicare ai clienti. È entusiasta del fatto che ci ero stato qualche anno prima e che ci ho portato altre persone oltre che esserci tornato e si scusa per periodo letargico degli alligatori.
Torniamo a Miami e ci dirigiamo a sud, direzione Key West. Qui è passato un uragano (Irma) un mesetto fa. Sulla strada notiamo dei cumuli di macerie che vengono portati verso la terraferma, questi cumuli vengono alimentati dai locali che stanno ripulendo dai detriti le proprietà, e vedendo la dimensione si intuisce i danni provocati dalla natura. Lungo la strada facciamo alcune soste per ammirare il paesaggio e per fare due passi. Arrivati a Key West non ci sono praticamente segni del terribile uragano, rimaniamo impressionati da come sia quasi tutto a posto. L’unica cosa che mi pare strana è la poca gente rispetto a quella che vidi nel 2015. Mi sa che parecchia gente ha ripiegato verso altri posti per non incorrere in possibili disagi.

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martedì 17 ottobre 2017

Ville sui canali



Ed eccoci qui, nuovamente a Fort Lauderdale. Questa città mi era piaciuta molto nel 2015 e ho voluto mantenerla nell’itinerario di quest’anno. A differenza del 2015 questa volta l’hotel prenotato è davvero bello. Merito della lezione imparata allora: prenota presto per Miami, Fort Lauderdale e Keys! Sono state le prime destinazioni bloccate per questo giro. Il proprietario dell’hotel, o forse meglio chiamarlo affittacamere, è un simpatico brasiliano con cui ci intratteniamo un po’ a chiacchierare. La sera facciamo una bella passeggiata sui canali e mangiamo in un ristorante che già conoscevo, senza farmi mancare la buonissima Key Lime Pie, anche se non siamo ancora alle Keys!
Il giorno dopo abbiamo prenotato per il giro classico dei canali, purtroppo la Jungle Queen è sottoposta alla manutenzione ordinaria ed abbiamo il muletto, bello ma non come l’originale. Nel giro c’è una carrellata di yatch e ville da par paura, inavvicinabili per persone normali. La descrizione del capitano è come ricordavo, precisa e piena di aneddoti simpatici. Arrivati al loro zoo ci perdiamo i vari spettacoli acchiappaturisti e ci rilassiamo sulla barca dopo aver fatto un veloce giro dell’isola. Una volta finito il giro, passeggiamo sul lungomare e ci godiamo con la dovuta calma l’oceano ed un buon pranzo.
La città ci è piaciuta, e per cena ce ne andiamo alla famosa Cheesecake Factory a poca strada dal nostro alloggio. Qui la famosa “torta al formaggio” è davvero buona!

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lunedì 16 ottobre 2017

Giornata da VIP al KSP!

Ed eccoci qui, svegli felici e con davanti un’altra di quelle giornate super, la visita a Cape Canaveral! Lo so che ci sono già stato nel 2015, ma ci torno e ci tornerò ancora! In questi due anni è cresciuta molto la Space X di Elon Musk, e tra pochi mesi lancerà il Falcon Heavy proprio da questo posto. Il nostro hotel è proprio vicino alla base spaziale, e ci arriviamo in un quarto d’ora. Io trovo davvero magico stare qua. Arriviamo alla cassa e ci propongono il tour VIP, un’alternativa al giro classico in autobus dove ci possiamo fermare in tre punti, mentre con il tour normale si osserva tutto dal bus. Ci vuole poco per convincermi ed accetto. Scegliamo l’ora ed entriamo. Questa volta non faccio tantissime foto, ne ho già fatte parecchie l’altra volta, decido di godermi il posto. Non passa molto che arriva l’ora del nostro tour VIP: le fermate che faranno sono ad una tribuna di osservazione dei lanci, poco dopo l’ingresso alla base. Qui ci spiega che ci troviamo su terreno federale e di non allontanarci. Se iniziamo a gironzolare dove non dobbiamo le guardie saranno liete di accompagnarci in uno stanzino per passare lunghi quarti d’ora non piacevoli. Il tempo non è dei migliori, ma inizia ad aprirsi pian piano. Da qui abbiamo la vista di tutto il complesso dall'edificio dove assemblano i veicoli ai vari punti di lancio. Il secondo posto dove ci fermiamo è il famoso complesso di lancio 39, il punto di osservazione dove possiamo scendere si piazza tra il 39A e il 39B. Famosi per i lanci delle missioni Apollo e Space Shuttle. Ora invece utilizzate anche da aziende private come la Space X. Peccato non vedere nulla di pronto per la partenza, questo è un segno che ci devo tornare! Ultimo stop è davanti all'edificio di assemblaggio veicoli, pare l’edificio cavo più grande al mondo. Per terra hanno disegnato una piccola porzione della bandiera che di vede dipinta per rendersi conto delle dimensioni, e anche se siamo veramente vicini ci si rende conto che è davvero enorme, più grande di quello che sembra. Ci sono altre cose da visionare in questo parco come il sistema di espulsione delle capsule Orion ed il piccolo tank per le osservazioni e i rilevamenti vicino alla rampa. Poi il giro prosegue come lo standard all'interno dell’hangar dove c’è un vettore Saturno V adagiato su un fianco per vedere tutti i suoi stadi compreso il modulo lunare. Maestoso è dire poco! Rientriamo al centro principale con un bus qualsiasi e qui procediamo nel girare il più possibile. Il video della storia dello Space Shuttle con apparizione finale del vero Atlantis è fenomenale. Riusciamo poi a farci una foto con un vero astronauta: il colonnello Gerald P. Carr che ha fatto parte (comandante) della missione Skylab 4 nel lontano 1973. Un signore molto distinti, gentile e decisamente lucido nonostante l’età.
La visita finisce come al solito allo store, dove però cerco di contenermi, visti gli acquisti fatti in Texas. Di qui procediamo verso Fort Lauderdale, e per raggiungerla ci mettiamo un tre ore e mezzo buone, ma quasi non si sentono guidando questa fantastica auto. Arriviamo in città, ed un po’ ricordo le strade essendoci stato un paio d’anni fa. A fatica troviamo il posto che è un po’ mimetizzato, facciamo due chiacchiere col proprietario che è brasiliano ed ha vissuto in Europa, un po’ anche in Svizzera. Dateci le chiavi entriamo nella zona dove ci sono le camere e scopriamo un fantastico ambiente, un bellissimo giardino che ti fa proprio rilassare. Sicuramente uno dei più bei posti dove ho alloggiato in questa vacanza!

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domenica 15 ottobre 2017

... to Coast

Il post di ieri è finito dopo la partenza per la Florida, volutamente. Non volevo finire un post male, ho preferito aggiungere ad oggi le sfighe per poi completare bene il post. Ieri avevo una tappa intermedia tra il tour degli alligatori e l’hotel: il cambio auto! Avevo prenotato da mesi una bella Ford Mustang per girare la Florida, visto che il prezzo è piuttosto basso e la riconsegna non si paga all’interno dello stato. Faccio il possibile per arrivare in tempo per riconsegnare la Santa Fe a Tallahassee, impaziente come un bambino. Il tizio che ci prende la macchina appena inserisce i dati ci chiede se arriviamo davvero da Los Angeles, è un po’ stupito dalla mia avventura del Coast to Coast. Gli dico pure che mi fermo lì per proseguire con una Mustang, così lui ci dice di tenerci le chiavi e ridargliele una volta ottenute le nuove chiavi, così non ci portiamo dietro tutto. Al bancone scopriamo che non hanno la macchina prenotata, ci rimango davvero male. Ci lasciano la macchina più bella che hanno nel loro parco macchine che è una Audi Q5, la prendo subito in antipatia e la guiderò ben poco. Chiedo se posso fermarmi in altri posti per cambiarla con la mia auto da sogno e mi dice che non ci sono assolutamente problemi. Ormai è buio, abbiamo anche passato un fuso orario oggi, ed arriviamo ben dopo le 20 in hotel e qui abbiamo un’altra bella sorpresa, la nostra prenotazione non si trova. Devo fare i numeri per contattare Booking dato che sulla prenotazione rispondono dall’Italia 24/7 mentre mi risponde la segreteria. Dopo aver recuperato il numero di booking UK riesco a spiegare all’operatore il problema: abbiamo prenotato oltre tre mesi fa e loro non possono vedere la nostra prenotazione. Il tizio di booking chiama la reception ed in una decina di minuti risolvono ed abbiamo la nostra stanza, che mi faccio cambiare subito in quanto con il bagno che scarica continuamente, una macchia da paura sopra la vasca ed altro che non ricordo. La seconda stanza è messa meglio ma non molto, ma ormai sono rassegnato ad avere una giornata di sfiga. Me la tengo anche se ha piccoli problemi e decidiamo di andare a mangiare. Manca poco alle 22, e qui siamo in un posto sperduto dove i locali chiudono presto. Al risveglio decidiamo di lasciare in fretta quel posto e di recarci a vedere i lamantini, che già nella mia scorsa visita mi ero perso perché arrivato troppo tardi all'agenzia privata raccomandataci dal museo dedicato a quegli strani mammiferi. Arriviamo e scopriamo che l’ultima gita è già partita, inizio a pensare che oggi non è proprio giornata! L’altra volta eravamo arrivati dopo le 17, ora siamo qui prima di pranzo, qualcosa non torna. Non mi rassegno, cerco sul sito di Crystal River e trovo che vicino al municipio c’è un visitor center: facciamo rotta immediatamente verso quel punto. 
Arrivati al centro informazioni ci danno ottime informazioni sul Three Sisters Springs, luogo dove si radunano i lamantini. C’è il trenino turistico che ti porta lì, ti fa fare il giro della città e tutto il resto, ma io faccio una semplice domanda: i lamantini ci sono alle springs? La risposta secondo voi? Ovviamente no! Non fa ancora troppo freddo (azzarola, questi non sono mica alligatori a sangue freddo) e non cercano ancora il calore ed il riparo delle springs, i tour privati come quello che ci ha rimbalzato vanno a cercarli in giro per il golfo e ci perdi almeno 3 ore oltre che parecchi dollari. Ci guardiamo, io sto decisamente con le palle girate: dobbiamo attraversare la Florida, impiegheremmo 4h se ci va bene, non è sicuro che li vediamo e ci costerebbe un centinaio di dollari a testa. Lamantini, prima o poi nuoterò con voi ma non oggi! Facciamo rotta verso est, dovremmo passare per Orlando dove tenterò il cambio auto, sta Audi non la posso più vedere e mi rifiuto di guidarla dopo ieri sera. Mi ha pure fatto venire un bel mal di schiena! Imposto il navigatore e cerco una sede della Alamo. Ne trovo una non troppo distante dal nostro itinerario, ci mettiamo un po’ ad arrivare dato che le strade sono un bel casino, ed appena parcheggiamo ho il sospetto che pure qui butta male… È una piccola agenzia in un hotel, non hanno una mazza! Mi manca tremendamente la Santa Fe. Capisco che bisogna giocare pesante e decido di andare dove non volevo: l’aeroporto! Ci sarà il mondo ma è grosso e se non la trovo qui la Mustang non so dove trovarla. Arrivati cerco di spiegare agli addetti che non devo lasciare la macchina ma cambiarla perché avevo chiesto una Cabrio. Lascio Valentina in auto e vado alla ricerca di aiuto, trovo una manager molto disponibile che capisce il mio problema e controlla le mie carte. Mi chiede se devo riportare poi la macchina a Tallahassee, e quando le dico che riparto da Miami inizio a vedere una luce in fondo al tunnel. Mi dice che non ha Mustang al momento, e che dovrei aspettare. Io aspetto quello che c’è da aspettare, ma voglio quella macchina! Mi dice “wait!” e la vedo partire verso una Mustang bianca appena apparsa nel parcheggio e ancora grondante di acqua del lavaggio. Parla col ragazzo e chiede se è già prenotata, lui fa cenno di no e lei mi chiede se mi va bene! Cacchio sì! Un sorriso che non vi lascio immaginare si impossessa di me, mi lascia le chiavi e mi dice di aspettare la stampa dei nuovi documenti. Non avete idea di quante volte la ringrazi, sono davvero contento. Salgo, cacchio quanto è lungo sto muso! Cacchio quanto è bassa! La parcheggio italian-style, devo recuperare le valigie dall’Audi. Iniziamo a fare la spola e carichiamo tutto, in qualche maniera, cacchio quanto poco bagagliaio ha! Riconsegniamo l’Audi e saliamo sulla Mustang: ho paura di guidarla ora. So di avere 316 cavalli pronti a partire, un acceleratore molto sensibile e delle misure completamente inusuali per me! Ormai è fatta però, mi dirigo verso l’Oceano Atlantico. Inizio a prendere un po’ di confidenza e le 24h di sfiga vengono dimenticate grazie al suono di quel motore. Arriviamo all’hotel e personalmente non mi frega nulla di che ci aspetta, non è il massimo ma è molto meglio del precedente. Parcheggiamo accanto ad una sorellina, altri turisti. Arrivati in hotel, molliamo tutti i bagagli e decidiamo di andare a vedere l’oceano a Cocoa Beach, il posto migliore in zona. In poco ci siamo, ora la macchina è scarica e noi più carichi. Arriviamo per il tramonto, e ci godiamo questo momento sicuri che ora la vacanza sarà solo in discesa. Io ho finalmente completato il mio Coast to Coast, ma non la mia vacanza. Quando il sole ci saluta decidiamo di andare a mangiare un boccone in questa piccola cittadina. Facciamo un’ottima cena, ci rilassiamo grazie ai gentilissimi camerieri. Usciamo che ormai è buio, apro la macchina e vedo qualcosa di strano sotto la porta, guardo meglio e c’è una super tamarrata: dallo specchietto viene proiettato un cavallino (un mustang che corre, ovviamente) per terra! Scoppio a ridere. Torniamo in hotel, per me la strada è troppo breve, ma domani avremo una giornata piuttosto impegnativa!

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sabato 14 ottobre 2017

Gators

Il programma di oggi è una bella gita in barca, nel Pearl River, per cercare gli alligatori. Abbiamo dormito ad una decina di minuti dal punto di partenza, un buon compromesso tra la giornata a New Orleans di ieri, la gita di oggi ed il costo della camera. Arriviamo con un ampio margine di anticipo, non si sa mai che ci mettano sulla barca di oggi, visto che ogni minuto è prezioso. Dopo la gita dovremo arrivare fino in Florida. Ciò comporta partire dalla Louisiana, attraversare il Mississippi e lo stato dell’Alabama (non interamente, ma la zona costiera) ed infine farci un bel pezzo di Florida, fin dove inizia a diventare una penisola. Ad occhio sono quasi 700km, una bella tirata. 
La nostra gita parte puntuale, quella prima è un altro tipo di giro, e non possiamo aggregarci. Scopriamo che questo non è il periodo ideale per vedere gli alligatori, siamo quasi in inverno e diventano letargici, per me fa un caldo porco, ma io non sono un animale a sangue freddo e non dico nulla. Iniziamo il giro percorrendo il fiume alla ricerca di antichi mostri. Ci sono le solite raccomandazioni, chi è a destra stia a destra e chi è a sinistra stia a sinistra altrimenti ci si cappotta, lui farà il possibile per far vedere da entrambi i lati il più possibile. Nel frattempo la nostra guida ci descrive il fiume dove ci troviamo, della palude che attraversa (e che ha creato), di Katrina che ha devastato la zona nel 2005, degli abitanti del fiume. Vediamo appunto delle palafitte, una volta erano prime case, ora sono quasi tutte delle seconde case. In prossimità di questi centri abitati si deve rallentare un po’, per non creare troppe onde sulle case e non far urtare troppo i motoscafi ormeggiati. Vediamo anche un bel ponte levatoio ancora funzionante, fa alzare una statale per farci passare sotto le auto, vedendo tutta quella ruggine non avrei creduto funzionasse. Arrivati nella vera e propria palude iniziamo a vedere alcuni alligatori, e vediamo che come esca usano marshmallow! Dicono che ha la stessa consistenza della carne e così non serve usarla. Temo che da quelle parti ci sia un problema di diabete per gli alligatori! Più avanti vediamo anche degli orsetti lavatori, molto ghiotti di caramelle gommose, ma non si azzardano ad entrare in acqua, qualcuno in passato ha fatto una brutta fine e non sono stupidi, sanno il periodo in cui gli alligatori sono in letargo, ed è ancora un filino presto. Rientriamo alla base, ed il pilota prova a cercare degli alligatori che vivono proprio vicino al loro molo, credo che siano i più addestrati e di conseguenza con un tasso di zucchero nel sangue molto alto! Riusciamo ad ammirarli mentre escono dall’acqua per conquistarsi il meritato premio. Il giro è stato molto interessante, ma è ora di partire per il nostro lungo viaggio verso lo stato dove risplende il sole.

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venerdì 13 ottobre 2017

New Orleans

Ed eccoci qui a vedere com’è questa città festaiola al mattino, tale e quale la sera precedente, c’è solo meno gente in giro. Dai vari locali escono le note di band live, c’è parecchia gente considerando l’ora del mattino. Il caldo è piuttosto pressante già dal mattino, nonostante siamo a metà ottobre. Dopo una bella passeggiata decidiamo di fare un giro sul fiume con la Nachez, un’imbarcazione da fiume che ancora ha la propulsione a vapore, secondo il comandante uno degli ultimi due esemplari al mondo. Ovviamente non è più alimentata a legna ma a gasolio. Speriamo così di ottenere un po’ di refrigerio nella tarda mattinata. Iniziamo il giro di un paio d’ore e la nave è piena di turisti, e la direzione è verso il mare, vediamo parecchie vecchie strutture ed anche alcuni moli danneggiati dal famoso uragano Katrina del 2005. La navigazione è davvero lenta e piacevole, il sole picchia un po’ ma si può sopravvivere, soprattutto dopo aver trovato un buon posto dove non picchia troppo e si sente la piacevole brezza data dal movimento. Grazie al comandante apprendiamo un po’ di cose in merito al fiume, ai moli ed alle vecchie strutture ormai abbandonate. Sulla via del ritorno invece si rilassa un po’ nel bar di bordo lasciando una piacevole musica di sottofondo. Ne approfitto per visitare le parti della nave e della sala macchine da lui descritte durante l’andata, ormai non più prese d’assalto. Impressionante vedere un mezzo così vecchio andare ancora a spasso per il fiume e tenuto davvero in buono stato.
Approdati al quartiere francese decidiamo di andare a vedere un po’ di scorci che ci avevano affascinato la sera precedente, e con la luce del giorno sono ancora più affascinanti! Ci soffermiamo per un breve spuntino di cucina creola e poi proseguiamo nel nostro giro con vari acquisti di souvenir. Rimaniamo in città fino al tardo pomeriggio, poi proseguiamo verso una cittadina sul confine con lo stato del Mississippi dove spenderemo la nostra notte, a cifre decisamente più basse della città. Ne approfittiamo per una veloce lavatrice prima di andare a goderci il meritato riposo.

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giovedì 12 ottobre 2017

Farfalle e schiavisti

Oggi dovremo lasciare il Texas, ma prima di lasciarlo andiamo in centro a Houston per vedere il “museo” delle farfalle. Arriviamo per l’apertura, fortunatamente non c’è troppa gente. Entrando possiamo vedere la nascita delle farfalle, riusciamo veramente a vedere alcuni esemplari che dispiegano le loro ali per la prima volta, davvero toccante. Prima di entrare a vedere le farfalle dal vivo, vediamo altri animali nelle loro teche, tra cui una bestia molto simile ad un cervo volante che si è cappottato. Fortunatamente vedo una ragazza che lavora lì e le faccio presente la cosa, va a controllare ed esclama “oh, ancora tu!”, immagino che sia un esemplare un po’ particolare. Dopo essere stati istruiti, entriamo nel cuore del museo, la ricostruzione di una foresta pluviale dove girano libere ed indisturbate centinaia di esemplari di farfalle, di una miriade di razze diverse. È davvero bellissimo stare qui a vederle, e mi sbizzarrisco un po’ nel fotografarle. Il tempo ci passa velocemente, e ad un certo punto dobbiamo andare, la guida per New Orleans ci prenderà più di 6 ore. Alla fine del giro c’è il classico store, dove si può anche comprare uno snack di insetti. Passiamo oltre…
Prima di arrivare a New Orleans ci fermiamo alla piantagione di Oak Alley, famosa per il viale che corre attraverso delle querce fantastiche. Noi arriviamo un po’ tardi, il giro nella casa coloniale non lo possiamo più fare, ci rimane un’oretta dove possiamo girare all’esterno della casa e lungo il famoso viale. Il posto è davvero magico, guardate le foto per farvi un’idea. La tenuta era una piantagione di canna da zucchero, dove venivano sfruttati gli schiavi importati dall’Africa. Oltre all’esterno della casa possiamo anche vedere le baracche dove vivevano gli schiavi, ma non abbiamo modo di fermarci molto vista l’imminente chiusura del parco. Leggiamo che è anche possibile pernottare qua, e vediamo anche quello che sembra un piccolo ristorante. I prezzi però sono piuttosto alti. 
La prossima tappa è New Orleans, e per la precisione il quartiere Francese, il quartiere turistico. Qui spenderemo una notte, abbiamo preferito dormire qui per stare tranquilli, la città al di fuori di questo quartiere è un po’ pericolosa. Meglio non rischiare. Personalmente odio il traffico delle città, e qui sono costretto a guidarci in mezzo. Parcheggiamo a qualche centinaio di metri dall’hotel, ed avuta la stanza ci dirigiamo immediatamente in mezzo al quartiere, una cosa da pazzi! Tutti i locali sono pieni di gente, musica dal vivo e un mucchio di persone belle ubriache. Il clima è molto festoso e ci divertiamo a vedere la città in questa veste notturna prima di andare a riposare.


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mercoledì 11 ottobre 2017

Mission Control Center

Ed eccoci qui, sull’ennesima strada texana, in direzione Houston, e potete solo immaginare quale sia la destinazione per la giornata di oggi: lo Space Center! Uno dei posti più desiderati da me per questa vacanza. Il viaggio tra le due città texane è di oltre 3 ore, senza considerare le soste, ma sia noi che la nostra fedele Santa Fe abbiamo bisogno di nutrirci. Arriviamo al parcheggio dello Space Center avendo davanti tutto il pomeriggio.
Partiamo con un pasto veloce alla mensa, e già qui resto ammaliato dalla navetta Galileo dell’Enterprise D, l’hanno recuperata, rimessa a nuovo e posizionata qua. Sarà una cazzata, ma per un Trekker come me è un bellissimo particolare. Partiamo col giro che abbiamo prenotato all’ingresso, il tour col trenino per vedere, tra le altre cose, la sala di controllo delle missioni Apollo. È possibile sedersi dove si sedevano le autorità ed i famigliari degli astronauti. È stata operativa dal 1965 al 1992, ed ora è stata dichiarata luogo storico di importanza nazionale. Ci si sente davvero emozionati ad essere in un luogo del genere, visto in parecchi film. La spiegazione c’è, ma ad essere sincero ero un po’ distratto dall’ammirare il più possibile quegli spazi. Dopo questa visita passiamo al posto dove si addestrano gli astronauti di varie nazionalità per le missioni spaziali, in particolar modo quelle sulla stazione spaziale internazionale, qui hanno i mockup di tutti i moduli della stazione. Negli stesasi spazi vengono fatti anche test su nuove tecnologie come nuovi veicoli “terrestri” per missioni su altri pianeti e robot. Dall’alto possiamo veramente vedere futuri astronauti in addestramento. Sulla via del rientro possiamo anche ammirare, all’interno di un capannone, un modello di Saturno V adagiato su di un fianco. simile a quello che è possibile vedere in Florida. Decisamente maestoso! 
Una volta rientrati al museo possiamo girovagare fino alla chiusura, il pezzo davvero unico che hanno qua è il 747 che utilizzavano per trasportare i vari Space Shuttle attraverso gli States, ci si può salire a tutti i livelli ed anche nel mockup di Space Shuttle che trasporta. Altra parte che ho trovato interessante è dove mostrano gli effetti di impatti nello spazio, vedere cosa può fare un piccolissimo pezzo di plastica è davvero impressionante. Giriamo ancora un po’, una zona del museo purtroppo è interdetta ai visitatori dato che stanno allestendo una mostra temporanea sulla luna. Prima di uscire, ovviamente, necessito di un giro allo store, dove devo contenermi parecchio, ma non posso resistere all’acquisto di una giacca da astronauta, visto lo sconto… 
Quando veniamo buttati fuori, andiamo all’hotel che è proprio di fronte al centro, e per cena andiamo a poche miglia, sul mare. Un’ottima cena a base di pesce. Bellissima giornata oggi!

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martedì 10 ottobre 2017

Riverwalk

Appena svegli decidiamo di andare a visitare la città, la capitale del Texas. La cittadina è carina, purtroppo il tempo non è dei migliori oggi. Decidiamo di parcheggiare vicino al Campidoglio, e di girovagare nel suo parco. Facciamo un po’ di incontri ravvicinati con vari scoiattoli, talvolta troppo veloci per essere immortalati. La zona sembra tranquilla, sicura e rilassante. Decidiamo di andare a cedere il giardino botanico a sud della città, Dove dovremmo trovare un giardino giapponese, casette dove spiegano i lavori dei primi abitanti della zona e così via, ma temiamo di essere arrivati nel periodo peggiore, sembra che le fioriture siano lontane e che ci sia un po’ di manutenzione in corso, ed il tempo non è assolutamente soleggiato. Decidiamo di tentare la fortuna verso sud, a San Antonio, ho sentito grandi cose sul suo RiverWalk. 
Anche se facciamo poco più di un’oretta guidando, a San Antonio ci aspetta un tempo migliore di quello che abbiamo lasciato ad Austin. Decidiamo di lasciare l’auto all’hotel visto che non è distante dal centro, siamo fortunati e ci consegnano anche la camera, decidiamo di recarci al RiverWalk e mangiare in zona. Dopo una decina di minuti a piedi ci siamo, l’impressione è ottima, ma prima decidiamo di mangiare. Belli ristorati decidiamo di smaltire facendo due passi lungo questi lungofiume, meglio dire lungocanali. Hanno avuto un’idea brillante nel sistemare e rendere turistiche queste passeggiate lungo i canali, si sono creati parecchi locali ad un livello sotto le strade, e questi canali sono continuamente percorsi da piccole imbarcazioni ricolme di turisti. Devo anche ammettere che è davvero piacevole passeggiare lungo un corso d’acqua, all’ombra in una giornata così calda. Camminiamo per ore ed alla fine rientriamo in hotel per riposarci, in serata vogliamo andare a vedere uno spettacolo di luci che si svolge sulla cattedrale di San Fernando, dove usano la facciata della chiesa come fosse una tela dove proiettare la storia della città, veramente un capolavoro. Sono stato poche ore alla fine in questa città, ma devo dire che mi è molto piaciuta!

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lunedì 9 ottobre 2017

Fort Worth


È già arrivato il momento di abbandonare Dallas, andiamo qui vicino (in distanze americane ovviamente) e precisamente a Fort Worth dove hanno creato un villaggio come ai vecchi tempi dei pionieri. So che è tutto finto, ma mi piace. È un posto da turisti, vero, ma è quello che mi aspettavo dal Texas: una tamarrata con cowboy! Qui l’aria è più allegra che a Dallas, nonostante faccia più caldo c’è più allegria. Faccio parecchio shopping nei negozi sparsi nell'isolato ricostruito, l’american express mi chiamerà… C’è un po’ di tutto, e trovo tutti molto cordiali, venditori e non. Riusciamo anche a vedere la parata coi “longhorn”, hanno veramente delle corna enormi queste bestie, non lascerei mai la macchina sul viale principale. Decidiamo di passare oltre, dobbiamo andare nella capitale che non è proprio dietro l’angolo ed avendo fatto colazione tardi, una buonissima colazione, decidiamo di saltare il pranzo per cenare ad Austin dove ci attende un locale che dovevamo visitare assolutamente. Dopo essere arrivati in hotel, ed una meritata doccia andiamo in questo locale, puntiamo al menù “all you can eat” ed il nostro all si ferma al primo giro! Ma quanto mangiano questi? Comunque carne squisita. Dopo aver cenato facciamo due passi per la via principale della città che ci sorprende molto per la quantità di persone che sono in giro, e soprattutto tanti ragazzi. Leggendo la guida scopriremo che Austin ha parecchi ragazzi che frequentano l’università, questo spiega la vita notturna, l’età e la sicurezza che si respira in queste vie, me l’aspettavo pericolosa.


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domenica 8 ottobre 2017

Dallas

Ed eccoci al primo giorno insieme in terra americana. Abbiamo prenotato un giro tramite Groupon, abbiamo un po’ di margine e ci svegliamo presto, complice il fuso. Iniziamo a dirigerci in centro per un giro della città, che però non mi entusiasma. Non so perché, ma me l’aspettavo diversa, più città, mentre è un insieme di grattacieli, poca vita e poco da vedere. Arriva l’ora del tour guidato che tra i punti importanti ha la  Pioneer Plaza dove stanno costruendo pian piano un trasporto di pionieri a cavallo, bellissime statue. Capisco perché ci stanno mettendo tanto. Ovviamente il punto più famoso è il luogo dove hanno assassinato il presidente Kennedy ed i luoghi salienti di tutta la caccia all'uomo (Lee H. Oswald) che ha seguito il tragico evento. Siamo anche entrati nella casa che lo ospitava. Hanno ancora tutto come nel 1963, incredibile! Dopo il giro, proseguiamo a piedi per i fatti nostri, riguardando con calma i posti indicati dalla guida.
Non so, io probabilmente mi aspettavo una New York texana, mentre è prevalentemente un centro di sedi di aziende, non c’è casino per strada e non troviamo molto da vedere. Un po’ delusi ce ne torniamo in hotel, ormai la giornata è passata e vista la stanchezza del giorno precedente è meglio per entrambi non fare le ore piccole.

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sabato 7 ottobre 2017

Dalla metanfetamína agli alieni

Questi due giorni solo la tappa più lunga con meno cose da vedere, l’intento è raggiungere Dallas dove continuerò il mio viaggio non più solo. Pianificare questi viaggi non è semplice, ci sono tappe che consideri poco e poi quando ti metti a pianificare il viaggio ti prende un colpo. Ti sembravano decisamente più vicini i due posti. Il primo giorno lo spendo tutto per attraversare il New Mexico, e nemmeno tutto. Faccio una sosta ad Albuquerque semplicemente per vedere uno dei posti dove hanno girato la serie televisiva “Breaking Bad”, e precisamente il fast food “Los Pollos Hermanos” che in realtà si chiama “Twisters”, ma all’interno hanno il telefilm che va a ciclo continuo e dei cartelli che dicono che è proprio lì che hanno girato il telefilm. Ci sono altre locations ma questa è sulla mia strada, le altre mi porterebbero fuori strada e non sono nemmeno visitabili, le potrei guardare solo dall’esterno. Decido di non arrivare troppo tardi a Roswell per portarmi avanti sulla giornata di domani che mi porterà per la prima volta in Texas. Nelle ultime ore verso la città degli alieni vedo delle nuvole minacciose e prendo anche le prime gocce d’acqua mentre guido, ma nulla di più per fortuna. Arrivato alla città riesco a fare visita al centro di informazioni per i turisti dove mi spiega bene che si può fare. Purtroppo il museo “alieno” è già chiuso ma decido di fare un salto in centro per il resto. Purtroppo rimango un po’ deluso, pensavo ci fosse più folklore e che il centro fosse decisamente più grande, ma vedo solo qualche adesivo attaccato alle vetrine. Dopo una doccia ed una lauta cena decido di andare a riposare.
All’indomani mi sveglio sul presto, voglio partire quanto prima, il margine di tempo tra viaggio ed atterraggio del volo da Londra non è tantissimo, se incontro dei contrattempi arrivo giusto giusto. Vado praticamente all’apertura del museo e vedo che c’è già gente, è sabato mattina. Il personale è cortese come solitamente ho trovato gli americani dei piccoli centri, mi fanno anche uno sconto perché sono un ex militare e mi ringraziano per il mio servizio. Il museo è piccolino, pieno di articoli riguardo al presunto UFO precipitato a poche miglia dalla città e non solo. Purtroppo non ho tempo e voglia di leggermi tutti gli articoli, mi faccio un’idea di quello che dicono. Ad un certo punto parte anche lo spettacolo un po’ tamarro con luci, suoni, fumo e dischi volanti che si muovono. Ci sta una cosa del genere. Avrei voluto fare una visita guidata ma il tizio che le fa si fa pagare a giro, e se c’è una o quattro persone fa sempre pagare la stessa cifra e non mi va di buttare tutti quei soldi. Finito il giro del museo faccio un po’ di acquisti, prendo un po’ di tamarrate ovviamente. Mi prendo un po’ male quando leggo che mancano quasi 8 ore all’aeroporto di Dallas, mi sa che è la tappa senza fermate intermedie più lunga che faccio, ma c’è da partire. Il viaggio scorre abbastanza, ho qualche difficoltà all’inizio a capire come funziona l’immissione nelle autostrade texane dato che è diversa dalle altre che ho visto qui, faccio una sosta una sola volta per fare benzina e mangiare qualcosa di veloce. Arrivo a Dallas con un certo anticipo, allora decido di andare prima in hotel e farmi una doccia prima di andare in aeroporto. Ci sono un po’ di lavori in corso in città e le autostrade sono un po’ un casino, in più è anche ora di punta per i pendolari, ma arrivo in aeroporto in perfetto orario e Valentina non mi deve aspettare un solo minuto, sono io che aspetto pochissimo lei. È un po’ cotta dal viaggio ma andiamo a cenare qualcosa di veloce, e poi di corsa in hotel per il meritato riposo.

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giovedì 5 ottobre 2017

Partiamo coi piedi in 4 stati

Oggi giornata bella intensa, sempre meno delle miglia macinate ieri, ma non c’è da scherzare nemmeno oggi. La prima destinazione è il punto dove si incontrano i 4 stati: Utah, Colorado, Arizona e New Mexico. Partendo presto, arrivo che non c’è ancora nessuno o quasi e così ho tempo di fare un po’ di foto e di infischiarmene del cartello che, giustamente, impone un limite massimo di foto. Il punto d’interesse è gestito dai nativi della tribù dei Navajo che richiedono un piccolo contributo. Purtroppo non posso soffermarmi molto, se voglio vedere i prossimi punti devo partire in fretta, ma sinceramente non c’è molto da vedere. Mi metto in cammino verso il Meteor Crater, un sito dove quasi cinquantamila anni fa precipitò un meteorite di una cinquantina di metri di diametro. La strada è lunga e noiosa ad un certo punto, ma piacevole alla fine, guidare qui mi rilassa sempre. Finalmente arrivo a destinazione, la strada che porta al sito è piena di cartelli interessanti e buffi che parlano dei meteoriti. Purtroppo la giornata è ventosa e non organizzano visite guidate per questo motivo, effettivamente è fastidioso il vento, ma riesco comunque a godermi per un po’ la vista dell’immensità d questo cratere. 1.200 metri per 170 di profondità provocati da una roccia di 46 metri di diametro che viaggiava a 70mila km/h! L’interno è ben organizzato, come al solito avviene nei musei statunitensi. 
Finita questa bella visita mi devo dirigere nuovamente verso ovest, dovrò passare il confine, ma prima voglio vedere un parco che ho sulla strada, quello della Foresta Pietrificata. Faccio un po’ fatica a trovarlo, faccio due chiacchiere con il ranger nella garitta all’ingresso e finalmente arrivo al centro visitatori. Devo dire che non mi aspettavo molto, ma lo spettacolo di queste sezioni di piante pietrificate sono davvero magnifiche, impressionante cosa possa fare la natura in milioni di anni. Bella anche la passeggiata all’esterno dove è possibile vedere questi tronchi pietrificati, in vari punti lungo il percorso all’interno del parco. Anche i paesaggi da vedere sono molto suggestivi in questo parco. Purtroppo si sta facendo tardi e mi tocca raggiungere il posto dove dormire stanotte, poco dopo essere entrato nel New Mexico. Arrivo un po’ stanco ma felice di questa tappa.

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mercoledì 4 ottobre 2017

La magia dell'acqua

Sveglia molto presto, ma ne vale la pena. Devo andare a vedere l’Antelope Canyon. La scorsa volta che sono venuto qua ho dovuto rinunciare perché non avevo prenotato. Ho prenotato da un paio di mesi, ho scelto una buona ora, spero. Peccato che per arrivare per mezzogiorno devo partire prestissimo, saranno parecchie ore di guida da Las Vegas. La strada è lunga e meravigliosa, il paesaggio cambia parecchio e non è mai monotono. Dopo parecchie ore di guida finalmente arrivo a destinazione. Sono leggermente in anticipo, volutamente. Il mio timore era dovuto al casino di fuso orario del posto. Passando dal Nevada all’Arizona c’è il cambio di fuso ma io sto andando in una riserva di Nativi Americani che non adotta l’ora legale. Nel dubbio decido di arrivare un’ora prima perché il tutto non è ben chiaro. Una volta arrivato pago tutto quello che devo pagare ed entro nella stanza dove chiamano i gruppi, e sono un po’ in ritardo con gli orari. Fortunatamente sono solo e riesco a passare in un gruppo precedente visto che hanno un posto libero. Sono convinto di essere arrivato, purtroppo ho una lunga coda davanti, ben più di un’ora prima di poter scendere di alcuni metri sottoterra. L’attesa è noiosa, e per fortuna il caldo non è eccessivo. Ho la pessima idea di portare il mio zaino fotografico convinto di poter cambiare obiettivi, ma una volta sceso mi rendo subito conto che il tempo a mia disposizione in ogni stanza sarà di frazioni di minuto. Scendo le scale che mi condurranno all’inizio dell’antico tragitto dell’acqua. Ci metto un attimo a rendermi conto che sono già dentro lo spettacolo della natura creato dall’elemento più importante del nostro pianeta con tantissimo tempo a disposizione. Non credevo a quello che avevo davanti agli occhi, uno spettacolo soprannaturale, delle colorazioni di colori caldi che sono magnifiche! Non è una cosa descrivibile, uno dei posti più belli mai visti, ad ogni passo cambiava completamente quello che i miei occhi percepivano. Se volete un’idea di quello che ho visto date un occhio alle foto, se volete veramente saperlo andateci! 
Finito questo magico passaggio appena sotto la superficie, in un tempo che non ho quantificato, mi è veramente volata la visita, mi metto in moto verso la Monument Valley, ma anche a questo giro mi va male. Complici sono il tempo di attesa per l’escursione, un incidente appena fuori la riserva indiana, assisto anche ad un arresto, e per ultimo il fuso orario: Io sono in Arizona e la Monument Valley è un Utah, loro sono avanti di un’ora ed arrivo praticamente alla chiusura del parco. Pazienza, la ammiro dalla strada principale, ed è davvero maestosa, ma dovrò tornare per vederla come si deve!
Lungo la strada che mi guida verso il prossimo motel sono costretto a fermarmi. Mentre il sole tramonta la luna piena sorge ed è bellissima, ad una mezzora dall’arrivo mi fermo per godermi l’attimo, e pure per fotografarlo!

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martedì 3 ottobre 2017

La Valle della Morte

Ed eccoci qua, prima sveglia da solo, prime strade in solitaria. Per parecchio non potrò fare il passeggero. Prima di avventurarmi nella valle decido di fare una tappa al mitico WalMart per fare scorta di acqua e cibo e pure un goccio di benzina, non voglio trovarmi a secco oggi. Non è un periodo caldo, ma vado comunque nella Valle della Morte e non voglio avere il rischio del minimo problema. Mentre faccio il pieno si ferma un locale e mi chiede come mi trovi con la mia macchina, ha intenzione di comprarla e vorrebbe avere dei pareri da chi ce l’ha già. Gli dico che è sfortunato perché l’ho appena noleggiata e non posso dargli un parere attendibile, per il momento mi sono trovato bene, ma ho fatto davvero poche miglia. 
Finalmente mi incammino verso la valle, il tutto è già brullo da un po’. Il panorama è davvero magico, guidare qui mi rilassa non poco. Mi fermo un paio di volte in mezzo al nulla per fare alcune foto, ma soprattutto per godermi il posto, sono davvero contento. Tocco i punti principali della valle, il caldo è parecchio, ma molto più sopportabile della mia precedente visita nel lontano 2011. 
La permanenza nella valle mi passa anche troppo velocemente, la nuova cavalcatura si comporta egregiamente. Non ho molto da dire, il viaggio all’interno di questo parco si descrive da solo guardando le foto che ho fatto, ma non rende l’idea della bellezza vera che si vede coi propri occhi. Purtroppo il tempo è tiranno, e lo sarà spesso in questa seconda parte. Devo dirigermi a Las Vegas, che non è proprio dietro l’angolo. Le ore di guida passano tranquillamente, poco traffico per la maggior parte del viaggio. Arrivato alla città di destinazione decido di fare carburante e arrivando al mio hotel vedo dalla strada il Mandalay Bay, nemmeno 48 ore fa si è consumata una strage veramente cruenta, sicuramente ne avete sentito parlare. Non penso nemmeno a passarci vicino, io sono sulla stessa via ma ad alcuni chilometri di distanza, molto più a nord sulla Strip. 
Sono un po’ stanco, prima di riposare faccio un salto a mangiare. Devo andare a letto quanto prima, l’indomani la sveglia è davvero presto, ho parecchie ore di guida prima di raggiungere una delle tappe più belle della vacanza, e devo “scappare” da Las Vegas prima dell’arrivo di POTUS, la città verrà blindata, ma alle 5 mi aspetto di uscire in fretta.


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lunedì 2 ottobre 2017

Ultimo giorno a LA

Ed eccoci all’ultimo giorno di viaggio in gruppo, si parte verso Los Angeles. Purtroppo appena svegli apprendiamo la pessima notizia dell’attentato a Las Vegas da parte di uno squilibrato che uccide quasi 60 persone e da tale episodio escono quasi 500 persone. Veramente una brutta notizia. L’idea iniziale è quella di andare a vedere uno Space Shuttle, precisamente l’Endeavour, l’ultimo che mi resta da vedere. Prima di metterci in viaggio, ci fermiamo a fare una super colazione presso un fantastico diner, mi arrendo però al fatto che non riesco a finire la mia colazione, enorme!
Il viaggio verso la magalopoli procede piuttosto bene. Purtroppo quasi a destinazione dobbiamo rinunciare al nostro piano originale, c’è un grande dispiegamento di forze dell’ordine e scopriamo tramite la rete che c’è il sospetto di una sparatoria molto vicino alla nostra destinazione. Il piano B diventa quello di andare a vedere l’oceano dal famosissimo pontile dove termina la Route 66, non troppo distante dalla nostra posizione e dall’aeroporto. Scopriamo anche che stanno girando delle scene alla fine del pontile e non possiamo percorrerlo tutto. Facciamo una passeggiata rilassante sia sul pontile che ai suoi piedi, osservando le spiagge che hanno fatto da ambientazione a vari film e telefilm. Purtroppo però il tempo scorre e giunge il momento di separare il gruppo. C’è chi deve rientrare, chi ha un camper enorme che lo attende e chi ha un viaggio verso l’atlantico da intraprendere. 
Vado a recuperare la mia prossima compagna di viaggio, e dopo un po’ di attesa scelgo una Santa Fe, la “abbandonerò in Florida. Il sole sta ormai scendendo ed il mio viaggio verso Inyokern è bello lungo, e devo anche uscire da questa città nell’ora di traffico. 
La seconda parte del viaggio, quella dove percorrerò parecchie miglia da solo, è ufficialmente iniziata!

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domenica 1 ottobre 2017

Gigalberi

Oggi si parte ottimisti, sarà forse a causa di tutta la “maria” fumata passivamente? Eh sì, qui in California la fumano come i disperati! Entriamo nel doppio parco da nord, in realtà l’accesso è dal parco di Kings Canyon. Stanno facendo degli incendi controllati e la cosa non può passare inosservata, tra puzza di bruciato e fumo sulla strada. Arriviamo subito a vedere uno degli alberi più alti del mondo, il Generale Grant. Ci giriamo intorno con calma, oggi non è gratis l’accesso e c’è meno gente. Dopo una piccola sosta al negozietto procediamo verso il più visitato Generale Sherman che si trova all’interno del Sequoia N.P., gli alberi sono maestosi, e non ti rendi conto della dimensione dal vivo, figuratevi dalle foto! Non perdiamo troppo tempo dal generale, c’è un po’ di casino, e decidiamo di girare un po’ a caso. Arriviamo in una parte del parco che non avevo visitato in passato, e vediamo un gruppo di tre sequoie vicine, è piuttosto raro vederle vicine, perché si devono dividere i nutrimenti. Stare sotto una sequoia ti fa sentire piccolo, ma sotto tre sequoie non è descrivibile! Ci divertiamo anche a farci foto sul classico tronco di sequoia forato per farci passare le auto, forse qui ci si rende conto dell’altezza visto che in larghezza ci si fanno passare le auto, e non le nostre, ma quelle americane! Riusciamo anche a scovare una splendida vista sulla vallata, dove ci rilassiamo un po’ prima di proseguire verso la tappa a metà strada per Los Angeles. Guidiamo un po’ di ore sulle tipiche e noiose autostrade in mezzo al nulla che si incontrano qua!

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