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sabato 7 ottobre 2017

Dalla metanfetamína agli alieni

Questi due giorni solo la tappa più lunga con meno cose da vedere, l’intento è raggiungere Dallas dove continuerò il mio viaggio non più solo. Pianificare questi viaggi non è semplice, ci sono tappe che consideri poco e poi quando ti metti a pianificare il viaggio ti prende un colpo. Ti sembravano decisamente più vicini i due posti. Il primo giorno lo spendo tutto per attraversare il New Mexico, e nemmeno tutto. Faccio una sosta ad Albuquerque semplicemente per vedere uno dei posti dove hanno girato la serie televisiva “Breaking Bad”, e precisamente il fast food “Los Pollos Hermanos” che in realtà si chiama “Twisters”, ma all’interno hanno il telefilm che va a ciclo continuo e dei cartelli che dicono che è proprio lì che hanno girato il telefilm. Ci sono altre locations ma questa è sulla mia strada, le altre mi porterebbero fuori strada e non sono nemmeno visitabili, le potrei guardare solo dall’esterno. Decido di non arrivare troppo tardi a Roswell per portarmi avanti sulla giornata di domani che mi porterà per la prima volta in Texas. Nelle ultime ore verso la città degli alieni vedo delle nuvole minacciose e prendo anche le prime gocce d’acqua mentre guido, ma nulla di più per fortuna. Arrivato alla città riesco a fare visita al centro di informazioni per i turisti dove mi spiega bene che si può fare. Purtroppo il museo “alieno” è già chiuso ma decido di fare un salto in centro per il resto. Purtroppo rimango un po’ deluso, pensavo ci fosse più folklore e che il centro fosse decisamente più grande, ma vedo solo qualche adesivo attaccato alle vetrine. Dopo una doccia ed una lauta cena decido di andare a riposare.
All’indomani mi sveglio sul presto, voglio partire quanto prima, il margine di tempo tra viaggio ed atterraggio del volo da Londra non è tantissimo, se incontro dei contrattempi arrivo giusto giusto. Vado praticamente all’apertura del museo e vedo che c’è già gente, è sabato mattina. Il personale è cortese come solitamente ho trovato gli americani dei piccoli centri, mi fanno anche uno sconto perché sono un ex militare e mi ringraziano per il mio servizio. Il museo è piccolino, pieno di articoli riguardo al presunto UFO precipitato a poche miglia dalla città e non solo. Purtroppo non ho tempo e voglia di leggermi tutti gli articoli, mi faccio un’idea di quello che dicono. Ad un certo punto parte anche lo spettacolo un po’ tamarro con luci, suoni, fumo e dischi volanti che si muovono. Ci sta una cosa del genere. Avrei voluto fare una visita guidata ma il tizio che le fa si fa pagare a giro, e se c’è una o quattro persone fa sempre pagare la stessa cifra e non mi va di buttare tutti quei soldi. Finito il giro del museo faccio un po’ di acquisti, prendo un po’ di tamarrate ovviamente. Mi prendo un po’ male quando leggo che mancano quasi 8 ore all’aeroporto di Dallas, mi sa che è la tappa senza fermate intermedie più lunga che faccio, ma c’è da partire. Il viaggio scorre abbastanza, ho qualche difficoltà all’inizio a capire come funziona l’immissione nelle autostrade texane dato che è diversa dalle altre che ho visto qui, faccio una sosta una sola volta per fare benzina e mangiare qualcosa di veloce. Arrivo a Dallas con un certo anticipo, allora decido di andare prima in hotel e farmi una doccia prima di andare in aeroporto. Ci sono un po’ di lavori in corso in città e le autostrade sono un po’ un casino, in più è anche ora di punta per i pendolari, ma arrivo in aeroporto in perfetto orario e Valentina non mi deve aspettare un solo minuto, sono io che aspetto pochissimo lei. È un po’ cotta dal viaggio ma andiamo a cenare qualcosa di veloce, e poi di corsa in hotel per il meritato riposo.

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