Oggi il piano di battaglia è bello corposo, la parte nord
dell’isola. Riparto verso la capitale e noto che il viaggio è decisamente più
corto rispetto al senso inverso. Il tempo è nuvoloso, ma ormai ho imparato a capire
come funziona. Poco a nord della capitale c’è il sole infatti, mi soffermo
varie volte ad ammirare il panorama fino a San Andrés, un piccolo centro molto
caratteristico. Pochissime strade strette e ripide. Per fortuna lascio la
macchina sulla via principale e mi avventuro a piedi. Si gira in poco e
proseguo verso il vicino centro di Los Sauces famoso per il Charco Azul, delle
piscine naturali dove è possibile fare il bagno. Non c’è molta gente, c’è il
sole ma è leggermente velato, ed il vento fresco soffia da nord.
E dopo il mare c’è la montagna, sono veramente vicino a Los
Toles, una zona ricoperta da una foresta lussureggiante grazie alla famosa
pioggia orizzontale. Ci sarebbero ottimi percorsi da fare ma il tempo è tiranno
e non posso fermarmi molto, vorrà dire che dovrò passare un’altra vacanza da
queste parti!
Proseguendo devo tornare al mare, precisamente alle Piscinas
de la Fajana, dove ne approfitto per un po’ di relax con una bibita mentre
ammiro il mare che si abbatte furioso sulle rocce. La strada è sempre tortuosa
mentre procedo nel mio giro antiorario nel nord, e la prossima meta consigliata
è La Zarza, un percorso culturale che ti fa scoprire le rocce lavorate con
delle figure geometriche particolari da parte dai nativi. Purtroppo devo
correre perché arrivo poco prima che chiuda e non voglio perdermelo dopo tutta
la strada fatta. Il tempo è brutto, sono quasi avvolto dalle nebbie e ciò
ricopre la zona di un’aura mistica. Nel correre da un punto all'altro inciampo
su di un topone, o comunque un roditore di medie dimensioni, purtroppo non sono
riuscito a vederlo bene, solo a schivarlo per un pelo e l’importante è non
avergli fatto alcun male. La prossima meta è Los Roques de Los Muchachos al
tramonto. Arrivo un po’ prima ed il parcheggio è praticamente vuoto. Il punto
di osservazione è all'interno dell’osservatorio astronomico omonimo ed ha un
orario di chiusura. Riesco ad ammirare il panorama sottostante, e la cosa che
mi colpisce è la coltre di nubi che cade nella Cladera de Taburiente, è
impressionante, sembra proprio di guardare una cascata.
Il rientro alla base è lungo, ed al buio su strade nuove e
tortuose non è il massimo. Ma con pazienza ed un po’ di stanchezza arrivo e
prima di rientrare decido di mangiare un boccone in un
ristorante un po’
strano. Il menù è un po’ strano e opto per della carne che mi arriva insieme a
della pasta, mangio solo carne con contorno visto che è molto abbondante e sulle
prime lo chef si incazza perché ho lasciato la pasta, poi sentito che sono
italiano inizia a rompere che noi italiani ci lamentiamo sempre della pasta
fatta all'estero e quando gli spiego che ero convinto di aver ordinato solo uno
stufato con relativo contorno e che questi mi hanno riempito si calma e mi dice
che potevo ordinare solo la carne, a saperlo che c’era nel piatto! Sono andato
un po’ ad intuito. Che gente…
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